Sull’Etna continua l’attività stromboliana in corso ormai da quasi tre giorni. L’area è quella “ubicata nella sella tra il vecchio e il nuovo cratere di Sud-Est, uno degli otto crateri sommitali del vulcano, a una quota di circa 3.300 metri d’altitudine“, spiega all’agenzia AdnKronos Eugenio Privitera, vulcanologo e direttore dell’Osservatorio dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
Secondo gli esperti, che tengono sempre sotto stretta sorveglianza il vulcano attivo più alto d’Europa, al momento non ci sono ripercussioni sull’operatività dell’aeroporto Fontanarossa di Catania né pericoli per i Comuni che si trovano alle falde dell’Etna. “La zona interessata è un’area disabitata, lontana dai centri abitati, dove sono presenti soltanto alcune attrezzature turistiche, che però non sono a rischio“, rassicura Privitera. “La colata si sta spostando molto lentamente – aggiunge il vulcanologo – tra ieri e oggi è avanzata di appena 50 metri senza una grande capacità di propagazione“.
Sul fronte della sicurezza dei visitatori, attratti dallo spettacolo naturale delle eruzioni soprattutto nelle ore notturne, “i sindaci hanno limitato l’accesso fino ai 2.500 metri d’altitudine“. Sono invece migliaia gli utenti ipnotizzati dalle fontane di lava visibili grazie ai filmati diffusi sui social network in tutto il mondo.
Il direttore dell’Ingv rassicura anche quanti hanno espresso timori per l’organizzazione del G7 previsto a fine maggio a Taormina. I fenomeni eruttivi “possono sempre evolvere“, precisa Eugenio Privitera. Ma sono esclusi pericoli per centri a così grande distanza dalla zona sommitale. “Al massimo si potrà percepire la caduta di cenere, ma nulla di più“.