Una conferenza stampa per ribadire un concetto: “Sono stato frainteso“. L’ha convocata oggi pomeriggio il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, a seguito delle dichiarazioni rilasciate alla trasmissione televisiva l’Arena al conduttore Massimo Giletti, e nelle quali ha dichiarato che “Sicilia, Italia e Bruxelles hanno parlamenti canaglia“.
La conferenza ha di fatto confermato la frattura tra il presidente e l’Assemblea regionale siciliana, accusata – insieme al suo presidente Giovanni Ardizzone, mai nominato direttamente -, di non applicare le leggi che valgono per tutti i dipendenti regionali in difesa di quelli che Crocetta ha definito “diritti feudali“.
Subito dopo la proiezione del filmato de “l’Arena”, con cui si è aperta la conferenza, Crocetta ha affermato: “Mi sembra che sia chiaro, io non ho detto che la Sicilia è una regione canaglia, ho detto che se c’è questo luogo comune con cui la stampa nazionale continua ad attaccare la Sicilia, siccome le stesse cose le fanno a Roma e Bruxelles, anche lo Stato e l’Unione europea sono canaglie. Le parole non si possono stravolgere e nessuno mi ha chiesto scusa“.
Il presidente della Regione ha proseguito per oltre 30 minuti, concentrando il suo monologo su tre punti principali: conflitto istituzionale con l’Ars, vitalizi ai parlamentari e caso disabili.
Sul primo punto Crocetta ha affermato rapidamente: “Non ci può essere un conflitto istituzionale con il parlamento per un dibattito televisivo. Se ci fosse una legge che non rispetto, lì ci sarebbe“.
Crocetta ha poi chiarito il concetto di “rispetto delle leggi”, citando la disparità di trattamento tra i dipendenti regionali e quelli dell’Ars. “Con la Legge regionale del 13 giugno del 2014 abbiamo stabilito che ci fosse un contributo di solidarietà del 5 per cento da parte dei dipendenti regionali oltre i 50mila euro. Inoltre – prosegue Crocetta -, i dipendenti regionali possono guadagnare massimo 160mila euro, mentre all’Ars si arriva a 240mila euro l’anno. Forse avrei dovuto dire queste cose a l’Arena”
Per il secondo punto, quello sui vitalizi, Crocetta, dopo aver citato le norme regionali che consentono di mantenere l’ereditarietà del vitalizio per chi è andato in pensione fino al 2011, risponde direttamente a Nello Musumeci, l’unico esponente politico di cui Crocetta fa il nome durante la conferenza. “Mi ha definito “presidente mistificatore”. Ma dove è la mistificazione? È vero o no che la pensione si trasferisce a figli e nipoti?”, ha affermato Crocetta riferendosi al presidente della commissione parlamentare antimafia all’assemblea regionale e probabile candidato del centrodestra alle prossime elezioni regionali.
“Ci sono parlamentari – ha proseguito Crocetta che hanno fatto 2 mesi di mandato e prendono 5mila euro. Io invece, dopo aver lavorato 35 anni all’Eni, ho una pensione di 1400 euro al mese. Quando non sarò più parlamentare o deputato della Regione prenderò 500 euro al mese. E dall’attività come parlamentare europeo ne prenderò 850 al mese. Queste – ha proseguito Crocetta – sono le nuove norme e sono convinto che sia già tanto, anche se non arriverò nemmeno a 2500 euro al mese tra ritenute e altro e forse non posso definirmi proprio un privilegiato“.
Sulla questione disabili, e tutta la polemica scaturita dal momento delle dimissioni dell’assessore Gianluca Micciché a seguito di un’altro servizio televisivo, quello delle Iene, Crocetta afferma: “Micciché ha combinato un disastro a livello nazionale, e io che mi sono assunto la responsabilità politica non sono stato difeso“. Il riferimento è al, anche questo non nominato, sfogo telefonico di Pif, ripreso poi a l’Arena. “Sulla disabilità avrei invece buttato la croce sui diabili presentando quei numeri. Trovo inattendibile che ci siano 323 invalidi immobilizzati ad Agrigento e solo 100 a Palermo. Quali che siano i dati sbagliati, siamo di fronte a una ingiustizia. In pochi giorni verificheremo dati Comuni e Asp“.
“Qualcuno – ha concluso Crocetta – mi dirà che non devo andare a certe trasmissioni. Ma io vado da tutti, anche dal giornalista scomodo, per amore della Verità e per il diritto all’informazione. Altri fanno diversamente, ma non si confonda il diritto a manifestare il proprio pensiero con il conflitto istituzionale. le scelte del Parlamento siciliano non possono ricadere sul presidente della Regione”.