PALERMO – Lo scorso 23 ottobre il Governo nazionale ha presentato il Disegno di Legge ordinario “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027”. In questa manovra di bilancio vi sono 2,15 miliardi di definanziamenti di programmi di spesa che riguardano in particolare il Ministero dei Trasporti (680 milioni), il Ministero della Cultura (350 milioni) e il Ministero degli Interni (290 milioni). E ancora sono previsti 3,1 miliardi di tagli lineari agli stanziamenti dei ministeri.
Nell’alveo delle “altre minori spese non specificate” rientra il risparmio ottenuto tramite l’eliminazione del fondo pluriennale relativo alla decontribuzione nelle regioni del Sud per sostenere l’occupazione.
Si taglia su sanità, scuola, politiche sociali ed enti locali.
Questo scenario preoccupa le Acli Siciliane. La presidente regionale Agata Aiello commenta così l’attuale manovra: “Si tratta di tagli che si ripercuoteranno in modo negativo sulla qualità della vita degli italiani peggiorando così il benessere collettivo. Le priorità del nostro Paese e in particolare del Mezzogiorno sono il lavoro e la salute. Non investire su questi temi significa non investire sul futuro accentuando ancora di più la fuga dei giovani oltre i confini italiani”.
Sul contrasto alla povertà, l’attuale Ddl Bilancio in effetti dice poco o nulla, limitandosi a menzionare o rinnovare strumenti come “La Carta Dedicata a Te” ma non prevedendo stanziamenti particolari o riduzioni dell’Assegno di Inclusione, contrariamente a quanto era circolato qualche settimana fa: si parlava di un aumento degli importi a 700 euro e dell’ampliamento di possibili beneficiari.
Al momento così com’è, è una manovra iniqua e regressiva, senza prospettiva di sviluppo che pone in difficoltà chi è senza lavoro e che non garantisce i servizi pubblici della sanità.