Cooperative di abitazione e di comunità: nuova visione per la Sicilia

Dopo l'Assemblea per i 70 anni di Habitat, la presidente della federazione in Sicilia, Carla Barbanti fa il punto della situazione nell'isola e prospetta i passi da compiere

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Le cooperative di abitazione, da adattare ai nuovi contesti e ai nuovi bisogni, le cooperative di comunità, da mettere nelle condizioni di esprimere tutto il loro potenziale a vantaggio dei territori, l’over tourism, che determina importanti difficoltà nel reperimento di case da affittare, in cui vivere. I principali temi su cui nell’immediato e a breve e lungo termine, in Sicilia ancor più che nel resto d’Italia, occorre lavorare sono questi. Dopo l’Assemblea di Confcooperative per i 70 anni di Habitat, Carla Barbanti, che presiede Habitat Sicilia prospetta le sfide su cui la federazione deve concentrare idee, sforzi e impegno. Il confronto romano, a cui la presidente ha partecipato insieme ai delegati Salvatore Pantano, Vincenzo Occhipinti, Annalisa Currò, Antonino Russo, Angelo Goslino, è stato ricco di spunti. “Molte tematiche riguardano tutte le regioni italiane- osserva Barbanti- a partire dalla questione Over Tourism, che con l’aumento incontrollato delle attività turistiche, soprattutto nei centri delle città, acuisce il disagio abitativo e di fatto toglie a molti la possibilità di affittare una casa in cui vivere. Nel caso in cui queste, infatti, siano in locazione, il canone di affitto raggiunge cifre inaccessibili ai più. Permane, inoltre- prosegue la presidente di Habita Sicilia- un altro problema. In molti casi, per una mera questione di razzismo, nonostante un contratto di lavoro e le garanzie del caso, infatti, i proprietari sono restii di fronte all’eventualità di affittare immobili a cittadini stranieri”. La storia di Confcooperative Habitat parla di uno sguardo che è stato lungimirante fin dall’inizio e di scelte giuste, come quella, adottata negli ultimi anni, di mettere insieme le cooperative di abitazione e le cooperative di comunità. “In questo modo la federazione esprime con chiarezza le prospettive ed il ruolo che conferisce a questi tipi di cooperative- evidenzia Carla Barbanti- Abbiamo ancora tanto da fare”. In Sicilia quella che era la cooperativa edilizia ha prodotto certamente molte esperienze positive ma in qualche caso ha anche lasciato l’amaro in bocca, a causa di un’impostazione non aderente ai valori della cooperazione. Ma questo era il passato e il futuro sposta su tutt’altro scenario. “Le cooperative di abitanti devono essere parte integrante in ambito urbano, per il tema dei servizi, per la rigenerazione di alcuni contesti. Allo stesso tempo occorre lavorare sulle cooperative di comunità, affinché davvero possano contribuire al miglioramento della qualità della vita nei territori in cui operano. Anche se in Italia e in Sicilia abbiamo esperienze virtuose in questi ambiti, l’obiettivo non è ancora raggiunto ma la volontà di puntare su forme genuine di cooperative e per fortuna forte ed è evidente lo sforzo che in Sicilia, a più livelli, si compie per individuare territori in cui sperimentare alcune forme di cooperative habitat che tengano insieme la dimensione edilizia, con la necessaria risposta al bisogno abitativo ma anche la qualità della vita, a 360 gradi. Nella nostra isola ravvisiamo enormi opportunità in entrambe le direzioni ma serve individuare nuove soluzioni e una maggiore attenzione su questa proposta,che è concreta se sostenuta. Per questo- prosegue la presidente di Habitat Sicilia- stiamo provando, da un lato, a lavorare per un vero riconoscimento della cooperazione di comunità nel suo ruolo cruciale rispetto a contesti in cui altre forme di attività e di impresa stentano a radicarsi e a fornire servizi e supporto al territorio, dall’altro a promuovere azioni in cui le cooperative abitative possano rispondere ai nuovi e diversi bisogni del contesto in cui viviamo ”.

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