“La CGIL è rimasta indietro, io sono andato avanti. Ho chiesto già l’abolizione di Riscossione Sicilia. Inoltre il passaggio ad Equitalia comportava il pagamento dell’aggio, un 6 per cento. Ormai c’è l’Ente nazionale. La Sicilia deve seguire un percorso virtuoso e collegarsi allao Stato. Ormai le direttive europee non consentono più gestioni separate. Per il passaggio del personale al pubblico non dipende da me, non sono contrario”.
Così Antonio Fiumefreddo, amministratore di Riscossione Sicilia, risponde alla nota della CGIL regionale emessa stamani.
“Il Governo Regionale, nella sua qualità di socio quasi esclusivo, avvii subito una verifica completa sulla situazione di Riscossione Sicilia”: lo chiedono la Cgil e la Fisac regionali e il coordinamento Cgil di Riscossione Sicilia dopo le ultime dichiarazioni dell’amministratore delegato della società Antonio Fiumefreddo.
Dichiarazioni, per il sindacato, finalizzate a “creare una cortina di fumo mentre per lui tira aria di benservito, che non descrivono la vera realtà dei fatti, di cui i lavoratori sono consapevoli da almeno due anni: che l’azienda è allo sbando, senza guida e controllo, in balia di un caos gestionale senza precedenti, e i risultati sono solo testimoni di un impegno massimo dei dipendenti e di null’altro”.
Dopo avere rilevato che “due anni di annunci e denunce dell’amministratore , spesso basati su dati incompleti o errati, o sull’ignoranza di norme di legge (come quella sui pagamenti della Pubblica Amministrazione), non hanno sortito alcun risultato”, Cgil , Fisac e coordinamento aziendale aggiungono che “in ogni caso, quello che dice Fiumefreddo, conferma che la svolta decisiva per la Sicilia sta nell’adeguarsi alla riforma nazionale, lasciando allo Stato e all’Agenzia delle Entrate il compito di riscuotere le imposte e ponendo fine a un isolamento che è danno per la stessa Regione”.
I sindacati sottolineano che “l’Agenzia delle Entrate ha strumenti i e mezzi finanziari che la Regione Sicilia ha dimostrato di non avere, per combattere al meglio l’evasione fiscale e proteggere e rispettare i propri dipendenti, come è accaduto con quelli di Equitalia. Ci sarebbe anche un significativo risparmio per le casse regionali – aggiungono – dato che Riscossione Sicilia è società cronicamente in perdita e con una situazione debitoria che sta gradualmente aumentando”.
“Pertanto – concludono Cgil e Fisac – rinnoviamo con forza l’appello al Governo regionale e al Parlamento siciliano a stabilire, già con questa Legge finanziaria, di far transitare verso il nuovo Ente economico nazionale le funzioni di Riscossione Sicilia ed il personale, così come stabilito per Equitalia”.