”Just Amy”: tanta arte per celebrare uno stile e una voce

- Pubblicità -

La sfilata con sessanta abiti ispirati dallo stile di Roberto Cavalli e altrettante giovani modelle, quarantacinque minuti di emozione con la riproposizione delle canzoni più belle di Amy Winehouse. Ma non solo: i suoni prodotti con strumenti musicali provenienti da tutto il mondo suonati da Giovanni H. Grasso, una donna-leopardo realizzata da Marisa Leanza, pittrice sui corpi, mentre con pennello digitale Tiziana La Piana ha proposto scorci di Catania e installazioni in tema: il travestito, il venditore di angurie, il gelataio. E ancora la performance coreutica di Kiko Xhani, albanese di origine, ma ormai catanese doc, che ha lanciato un messaggio di pace, prima che il dj Simone Santagati coinvolgesse tutti con la musica più ballabile di questo inizio estate e rilanciasse il suo progetto Efimera, per valorizzare con la musica il territorio siciliano. Il tutto al Casale dell’arte di Catania, in una serata evento affidata alla direzione artistica di Liliana Nigro, docente dell’Accademia di belle arti, che ha coinvolto le sue giovani allieve nella realizzazione e nella sfilata per celebrare l’inconfondibile cifra stilistica di Roberto Cavalli, scomparso nell’aprile scorso. Così com’è assolutamente unica l’anima musicale di Amy Winehouse, artista e donna complessa e fragile, interpretata da Ottavia Privitera, che la ricorda in modo impareggiabile non solo nelle coloriture vocali, ma anche nell’aspetto fisico, e il suo gruppo Blueskyband.  Pubblico affascinato e partecipe, presente anche il presidente del Consiglio comunale, Sebastiano Anastasi. “Offriamo alla città le più disparate realtà artistiche che hanno saputo rendere un omaggio non convenzionale, proprio come sarebbe piaciuto a loro, a Amy Winehouse e Roberto Cavalli. Questa serata “Just Amy” è stata solo un’anticipazione”, ha assicurato Liliana Nigro. Le fa eco la padrona di casa Gabriela Scibilia: “Il Casale dell’arte si propone come il Villaggio della cultura, dove le varie arti, nelle più diverse espressioni, troveranno il modo di essere proposte e valorizzate”. In questo contesto anche la mostra fotografica “La mia Africa” di Massimo Pantano.

- Pubblicità -