STMicroelectronics Catania, investimento da 5 miliardi per completare il ciclo produttivo del Sic

Pappalardo, Fismic Catania: "Premiati sacrifici dei lavoratori e sinergia tra sindacato e management"

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“Suona come musica l’annuncio dei cinque miliardi di investimento per la realizzazione del Silicon Carbide Campus di STMicroelectronics a Catania”. Saro Pappalardo, segretario generale di Fismic Catania, Confsal, commenta festante l’annuncio dell’Amministratore delegato Jean-Marc Chery del finanziamento per il sito etneo di Stm, dato nel corso di una riunione con i lavoratori. Da qui al 2026, permetterà di realizzare la produzione in grandi volumi di carburo di silicio (SiC) da 200 mm per dispositivi e moduli di potenza, nonché per attività di test e packaging e la produzione di substrati realizzati a partire da questo materiale. “Due miliardi sono finanziati dallo Stato italiano attraverso l’Eu Chips Act”, aggiunge Pappalardo. “Una notizia che rappresenta il coronamento dell’impegno e dei sacrifici dei lavoratori etnei. Nonché la dimostrazione che la sinergia tra lavoratori, sindacato e management locale paga”. 

Durante l’incontro, l’Ad Chery ha anche dichiarato che il 2025 sarà l’anno giusto per ripartire, descrivendo uno stabilimento di Catania forte e competitivo con il WSIC. “Lo stabilimento catanese vedrà quindi sorgere due nuovi impianti che produrranno wafer all’avanguardia”, sottolinea Pappalardo, “utilizzati per produrre dispositivi elettrici ad alte prestazioni, con applicazioni nei veicoli elettrici, nelle stazioni di ricarica rapida, nelle energie rinnovabili e in altre applicazioni industriali. Oltretutto l’intelligenza artificiale favorirà una grande varietà di prodotti che Stm venderà, e Catania sarà un polo industriale strategico e centrale per gli anni a venire”. 

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Notizie molto positive per un sindacato come Fismic, che nel corso degli anni ha sempre lavorato, nell’ottica dello sviluppo del territorio, per favorire nuovi investimenti e nuova occupazione. “Non abbiamo ancora comunicazioni riguardo le ricadute in termini di crescita occupazionale”, precisa Pappalardo, “ma tenuto conto che si prevede il completamento della fase di ‘rump up’ per il 2032, avremo modo di confrontarci con l’Azienda. Anche perché la vera crescita l’avremo realizzata solo se tutti insieme ci si impegnerà per mantenere alta l’efficienza dei reparti produttivi esistenti, mettendo in campo le migliori sinergie per rendere le nuove produzioni subito competitive”. 

Da qui l’esigenza di rilanciare l’azione sindacale, per adeguarla alle nuove sfide che nei prossimi mesi vedranno protagonista lo stabilimento etneo. “È venuto il momento, anche per il sindacato, di avere le capacità di alzare il livello del confronto e far fronte comune”, sottolinea il segretario generale di Fismic Catania, “per far sì che le scelte che si stanno compiendo possano produrre nuova linfa e ricchezze per il nostro territorio. Bisogna essere collante tra i lavoratori, l’Azienda e le Istituzioni locali”, conclude Pappalardo, “per garantire migliori e più sicuri servizi (a cominciare dalle migliorie necessarie nella zona industriale) e per rendere sempre più conveniente investire a Catania”.

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