Prezzo del grano, troppe imprese a rischio chiusura in Sicilia. Ecco le richieste di Confcooperative Sicilia

Confcooperative Sicilia: “Sul prezzo dei grano si gioca una partita troppo importante, da cui dipende la sopravvivenza delle imprese siciliane e in questo momento la stiamo perdendo”

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Confcooperative Sicilia torna a lanciare, con ancor maggiore forza, un grido d’allarme a cui affianca delle richieste chiare, rivolte in primo luogo alla Regione Siciliana attraverso l’Assessorato all’Agricoltura.

“ E’ urgente mettere in campo misure a sostegno delle numerose cooperative a rischio chiusura- premettono il presidente di Fedagripesca Sicilia, Nino Accetta ed  il delegato per le questioni agricole, Alessandro Chiarelli– Sono ormai venute meno perfino le condizioni per poter seminare e coltivare”.

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Il prezzo del grano, che l’anno scorso arrivava a punte di 50 centesimi al chilo, oggi non supera i 30 centesimi (con certificazione biologica).

La protesta degli agricoltori non si arresta ma l’attenzione- questo il  timore di Confcooperative Sicilia- sembra scemare. Un dato che preoccupa e che impone alle istituzioni di correre immediatamente ai ripari.

Le richieste della confederazione sono precise e rappresentano le uniche misure in grado di salvare e sostenere le imprese agricole, in primo luogo le cooperative, sane, che non adottano, nello svolgimento del proprio lavoro, criteri esclusivamente commerciali, con i singoli che rischiano di danneggiare la cooperazione che unisce e che diventa forza, cartello.

La cooperazione può raccogliere tutto il grano siciliano,  gestendo le scorte in maniera univoca. “Alla Regione -proseguono Accetta e Chiarelli- chiediamo interventi contro il caro gasolio, il caro concime, il caro seme. Il prezzo del prodotto locale non riesce a raggiungere importi apprezzabili e le navi che continuano ad arrivare dal resto del mondo fanno prezzi al ribasso, tanto che i mulini come i trasformatori comprano quel grano a prezzi stracciati. La filiera si ferma. La lotta è impari. Così non si va avanti”. Confcooperative Sicilia rivendica per le cooperative un maggiore ristoro per l’acquisto di sementi e concimi e chiede all’Assessorato all’Agricoltura misure specifiche a vantaggio delle cooperative.  “Chiediamo maggiore attenzione al finanziamento del Fondo di Garanzia-dicono ancora Accetta e Chiarelli- per dare la possibilità alle banche di credito cooperativo di aiutare gli agricoltori approntando con il fondo le garanzie e così agevolando l’erogazione di prestiti e mutui.Non abbiamo più tempo- chiariscono gli esponenti di Confcooperative Sicilia – Si deve individuare un algoritmo che garantisca che quando il grano arriva dall’estero,si fissi un prezzo minimo che non sconquassi il mercato e non lo continui a drogare al ribasso . Le nostre imprese non arrivano agli utili ma si ritrovano a dover pagare imposte, mutui, debiti su debiti. A tutto ciò si aggiunge la questione della siccità, che impone spese aggiuntive”.

Confcooperative Sicilia invoca l’introduzione di accise, una sorta di “dazio” per partire con un prezzo di almeno 40 centesimi. La qualità deve poi fare la differenza.

“Si”, poi, a ulteriori agevolazioni in tema di credito di imposta. “Non dimentichiamo- concludono Mancini e Chiarelli- che questo comparto è presidio di biodiversità, di legalità ed è fondamentale contro l’emergenza incendi. Abbandonare migliaia di ettari di terra vuol dire lasciarla alle fiamme, con costi sociali enormi. Così sì agevola lo spopolamento, andando nella direzione opposta a quella che si intende percorrere”

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