Ecco il nuovo ristorante di Marco Cannizzaro, osteria contemporanea che strizza l’occhio alla tradizione siciliana

Si chiamerà Bavetta e aprirà le porte il 7 Marzo a Catania. "Sono stanco del fine dining - confessa lo chef - voglio tornare a parlare alla pancia delle persone."

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CATANIA – La nuova avventura gastronomica di Marco Cannizzaro, noto chef catanase con un rinomato ristorante fine dining alle spalle, si chiamerà Bavetta e punta a rompere tutti gli schemi della cucina gourmet.

“Ho passato gli ultimi dieci anni sacrificando tutta la mia vita per un ideale di alta cucina che oggi credo abbia stancato un po’ tutti  – racconta lo chef  – penso sia arrivato il momento di tornare a parlare alla pancia delle persone.”

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Bavetta aprirà al pubblico il 7 marzo e punta ad essere un’osteria d’oggi dove ci si potrà deliziare con i piatti più golosi della cucina tradizionale siciliana, a cominciare da una grande selezione di fritti, autentica passione dello chef.

“Mi sono lasciato ispirare dalle ricette della cucina tradizionale del territorio siciliano, ma in alcuni casi anche di altre regioni, senza pensare troppo agli schemi – prosegue lo chef – . Ad esempio ho voluto inserire la pizza fritta, anche se è una portata insolita per un ristorante, semplicemente perché è un cibo che amo moltissimo e penso possa fare felice chiunque lo riceva al tavolo. Così come la mozzarella in carrozza. Sono tutti piatti gioiosi, che portano un sorriso a tavola.”

Bavetta vuole essere un luogo accessibile e inclusivo, dove riscoprire il senso più autentico dell’accoglienza siciliana. Una cucina dalle forti componenti identitarie ed emotive, dove i piatti della tradizione arrivano senza troppi giri di parole al cuore di tutti. Un ristorante, o meglio un’osteria d’oggi, che sa di casa, e profuma di ricordi di famiglia.

“Credo che oggi più che mai la gente abbia bisogno di una coccola quando si siede a tavola -afferma lo chef. Veniamo da anni di cucina molto impostata, dove le tendenze erano quelle del virtuosismo e dello stacanovismo. Oggi vorrei intraprendere pratiche di cucina più sostenibili sia in termini ambientali che in termini di equilibrio tra il tempo da dedicare al lavoro e  quello da spendere in famiglia. Un tempo per la vita privata che nell’alta cucina semplicemente non esiste, un argomento di cui non si parla abbastanza. Mi piacerebbe con questo nuovo progetto tornare alla semplicità, che significa dedicarsi a questo mestiere con amore e passione, senza però lasciarsi travolgere dagli eccessi dannosi degli ultimi anni.”

Nel menù ci sarà anche spazio per piatti semplici della tradizione contadina come l’uovo alla pizzaiolail cavolfiore affogato, ma anche primi piatti semplici e gustosi perfetti per un pranzo come la pasta aglio e olio o la minestra di ceci. Un piatto che merita una menzione speciale è il carciofo ripieno di nonna Angela, una ricetta di famiglia che si tramanda da tre generazioni, una goduria morbida e croccante al tempo stesso. Tra i secondi spiccano alcune preparazioni del quinto quarto tipiche della tradizione del cibo di strada, come la lingua salmistrata, e della cucina povera casalinga come la trippa al sugo e il fegato saltato con cipolla le classiche polpette. Non mancano i secondi di pesce locale tra cui il calamaro ripieno con verdura e pomodoro secco e lo sgombro arrosto.

Grande attenzione verrà dedicata alla carta dei vini, con oltre 430 etichette in degustazione. Tra le sorprese più attese ‘La riserva di Marco’ una selezione speciale di settanta etichette  pregiate e rare, che lo chef ha collezionato nel tempo e che ha deciso di mettere a disposizione dei propri clienti. Come in ogni osteria che si rispetti non potrà mancare il vino della casa, un progetto speciale curato personalmente dallo chef e dalla moglie Arianna, che hanno portato la loro grande passione per i vini dal campo alla tavola. Nasce così Saponaria, un Etna Bianco e un Etna Rosso Doc, prodotto a Castiglione di Sicilia, giunto già alla terza vendemmia.

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