Con l’entrata in vigore della nuova Legge di Bilancio, lo scorso 1° gennaio, da più parti viene sottolineata la necessità di una nuova governance per il sistema farmaceutico italiano, che garantisca sostenibilità ed efficienza, con proposte per accelerare e semplificare i processi decisionali; le manovre previste, infatti, con molta probabilità non saranno sufficienti per un riequilibrio del nostro sistema farmaceutico.
Su questo argomento di strettissima attualità si sono confrontati, nell’aula magna delle Torre biologica “Ferdinando Latteri”, alcuni dei più importanti farmacologi italiani, nel corso della XVI Conferenza nazionale sulla farmaceutica, promossa nell’ambito del master in “Discipline regolatorie del farmaco” dell’Università di Catania, con il patrocinio della Società italiana di Farmacologia (Sif).
“Questa edizione della Conferenza – ha evidenziato il prof. Filippo Drago, coordinatore del master e direttore del dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologiche –, che l’Ateneo di Catania organizza annualmente, è dedicata ad una problematica particolarmente sentita dalla comunità e già fatta presente nel recente passato anche dalla Conferenza Stato-Regioni: la necessità di coniugare al meglio la richiesta di farmaci biologici innovativi ad alto costo con l’esiguità delle risorse disponibili”.
I lavori sono stati aperti dal prof. Francesco Basile, in una delle sue prima uscite pubbliche ufficiali da rettore dell’Ateneo catanese, dal presidente della Sif Giorgio Cantelli Forti, dal deputato Giovanni Burtone, componente della Commissione Sanità della Camera e dall’intervento introduttivo del presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi.
“Ringrazio il prof. Drago per avere organizzato questo evento – ha affermato il rettore Basile-, che dimostra come Catania sia al centro della ricerca farmacologica nazionale. E forse incontri come questo dimostrano che alcune classifiche nazionali che ci penalizzano nell’ambito della ricerca non siano del tutto veritiere. Ritengo importante che questa conferenza rientri nell’ambito di un master estremamente professionalizzante come quello in discipline regolatorie del farmaco. I master rappresentano, infatti, il massimo livello di formazione per i nostri studenti e sono lo strumento più utile per farli entrare in contatto con il mondo del lavoro. Inoltre, sono fondamentali per l’Ateneo che, per sviluppare la ricerca, ha bisogno della collaborazione attiva delle aziende del territorio”.
“Anche se secondo l’Oms il nostro sistema sanitario nazionale è tra i migliori al mondo – ha affermato Burtone -, siamo consapevoli di dovere migliorare in alcuni aspetti, come le strutture ospedaliere e la selezione del personale. Inoltre, non possiamo restare sordi all’appello dei farmacologi che ci chiedono una sistema più efficiente. Di fronte al boom delle innovazioni in tale ambito la politica non può restare indietro e deve offrire ai cittadini e agli addetti ai lavori un sistema più sostenibile, rimodulandone la governance”.
Dopo l’intervento di Cantelli Forti, che ha evidenziato come la qualità della vita sia migliorata solo grazie alla ricerca, auspicando quindi maggiori politiche di supporto alla stessa, il dott. Scaccabarozzi ha tracciato un breve quadro sullo stato della farmacologia in Italia: “L’innovazione farmacologica è vita, come dimostra la storia dell’uomo negli ultimi 60 anni. Dal 1951 ad oggi l’aspettativa media di vita è aumentata; negli ultimi 20 anni le probabilità di morte per Aids è diminuita del 90%. Si sono inoltre ottenuti risultati straordinari anche nel campo dell’oncologia. Grazie ai vaccini, malattie come poliomielite e vaiolo sono scomparse, l’epatite C è diventata trattabile nella maggioranza dei casi”. “Siamo entrati – ha continuato Scaccabarozzi – nell’era della medicina di precisione e l’Italia svolge un ruolo fondamentale: l’industria farmaceutica è uno dei motori del Made in Italy”.
La conferenza si è poi articolata in due sessioni di lavoro, nel corso della prima – moderata da Scaccabarozzi e da Anna Rita Meneguz (Istituto superiore di sanità) – sono state approfondite le tematiche relative alla nuova governance dalla parte delle Regioni, ai nuovi strumenti per la negoziazione del prezzo dei farmaci, ai nuovi modelli a supporto della valutazione dei medicinali e alla definizione dell’innovatività. A parlarne sono stati Francesco Saverio Mennini (Università di Roma “Tor Vergata”), Giovanna Scroccaro (dirigente settore Farmaceutico della Regione Veneto), Pierluigi Russo (dirigente Aifa) e Patrizia Popoli (Istituto superiore di sanità).
La seconda sessione – moderata da Renato Bernardini (Università di Catania) e da Paolo Schincariol (Farmacia Auo Trieste) – è stata incentrata sulla nuova governance di livello europeo, sulla questione dell’equivalenza terapeutica, sulle liste di trasparenza e sui grandi temi della governance farmaceutica in Italia. Sono intervenuti Claudio Jommi e Armando Genazzani (Università del Piemonte orientale), Antonio Addis (Servizio sanitario Regione Lazio) e Nello Martini (Drugs&Health).