Buonasera e ben ritrovati nella rubrica di Hashtag Sicilia “Comu veni si cunta“.
Questa sarà l’ultima puntata di una delle nostre rubriche di maggior successo, che nel corso del tempo ha totalizzato un totale di oltre 100mila visualizzazioni in 53 puntate, con una media di oltre 2000 visualizzazioni ad appuntamento.
A scanso di equivoci preciso che questo format non chiuderà, ma assumerà in futuro una diversa denominazione: “Così è, se vi pare”, in onore del grande Pirandello.
Entrando nel vivo degli argomenti questa sera parlerò di due notizie, confinate nelle pagine interne di alcuni quotidiani, e farò anche il punto sulla Legge di Bilancio.
Come sempre dirò ‘pane al pane, e vino al vino’ riguardo al destino riservato dal governo al Superbonus e al Sud e sulle cose dette dal presidente Meloni nell’incontro con i giornalisti.
La prima delle due notizie ci informa con un trafiletto che le banche italiane negli ultimi due anni hanno lucrato 100 miliardi di extra utili grazie all’aumento dei tassi di interesse applicati sui mutui e sui prestiti concessi a famiglie e imprese.
Si tratta ovviamente delle stesse banche che hanno eretto un muro invalicabile per non pagare la tassa che aveva messo il governo, e che, invece, si è trasformata in una misura di rafforzamento del patrimonio delle stesse banche.
La seconda notizia, che ha dell’incredibile, riguarda la morte di una signora di 88 anni per colpa di una bolletta.
Ecco il fatto: circa 20 giorni fa una signora anziana ha ricevuto una bolletta da una nota azienda di fornitura elettrica di oltre 15.000 euro, invece, dei soliti 50 euro, ovviamente per un errore clamoroso.
Solo che la signora alla vista di quella terribile bolletta ha avuto un infarto e dopo un’agonia di 15 giorni è deceduta.
Queste sono solo due informazioni “flash”, che però danno il senso del periodo che stiamo attraversando.
Relativamente alla Legge di bilancio dico subito che si tratta di una manovra di 28 miliardi di euro, di cui 14,6 miliardi in extra deficit, debito che pagheranno i nostri figli e nipoti.
Nella legge di bilancio c’è il rinnovo del taglio del cuneo fiscale-contributivo, con il 7 per cento di riduzione per i redditi fino a 25.000 euro e con il 6 per cento per i redditi fino a 35.000 euro.
Sono previsti dei cambiamenti anche per le aliquote Irpef, che si riducono da 4 a 3. Inoltre per i redditi fino a 28 mila euro l’aliquota sarà del 23 per cento.
Poiché queste due misure metteranno qualche euro in più nelle tasche dei lavoratori , il governo li presenta come delle azioni finalizzate a rafforzare i redditi dei lavoratori.
- Nella Legge di bilancio sono altresì contenuti:a) Il rinnovo dei contratti nel settore pubblico, per il quale vengono stanziati 3 miliardi nel 2024, inoltre vengono stanziate risorse specifiche per il personale medico, e per i comparti sicurezza e difesa;
b ) Uno stanziamento per la sanità che è di 3 miliardi per il 2024, che saranno quasi del tutto assorbiti dal rinnovo dei contratti del personale sanitario;
c ) Sono altresì contenute risorse destinate al sostegno delle famiglie e alla natività, con la reintroduzione della Card “Dedicata a te“ da utilizzare per acquisto di beni di prima necessità e di carburanti;
d ) Inoltre viene finanziato il Fondo di Garanzia per i mutui relativi all’acquisto della prima casa da parte dei giovani under 36 e delle famiglie numerose;
e ) La Legge di Bilancio prevede una spesa dal 2024 al 2032 di 11,4 miliardi di euro per la realizzazione del Ponte sullo Stretto;
f ) Infine, grazie a un finanziamento di 1,3 miliardi di euro sono previsti incentivi per le imprese che assumono a tempo indeterminato giovani, donne, lavoratori di categorie svantaggiate ed ex percettori di reddito di cittadinanza.
Per i lavoratori è prevista anche la detassazione per i premi di risultato, per il lavoro notturno e festivo, il riscatto dei periodi non coperti da contribuzione e la decontribuzione per le mamme lavoratrici e per le donne vittime di violenza.
Per quando concerne i pensionati: sono prorogati anche per il 2024 l’Ape sociale – ovvero l’indennità riconosciuta fino al conseguimento dei requisiti pensionistici per gli invalidi, i disoccupati e per chi svolge lavori usuranti -, nonché l’opzione Donna e Quota 103, ovvero l’accesso alla pensione anticipata per quei lavoratori che entro il 31/12/2024 raggiungono 62 anni di età e 41 anni di contributi.
Non so se è molto o poco quello c’è dentro la Legge di Bilancio, non so neppure se sono misure di stampo progressista o meno, quello che mi sento di dire sulle misure anzidette e che comunque si incontrano con alcune esigenze dei lavoratori e dei ceti più deboli.
Dato a Cesare quel che è di Cesare (Meloni) vengo adesso alla questione del Superbonus, per la quale il governo non ha dato nessuna risposta con il Decreto Milleproroghe alle richieste avanzate dai costruttori e dai sindacati, che ricordo a tutti erano:
- di consentire di finire i lavori a chi avesse raggiunto il 60 per cento dei lavori;
- di agevolare la cessione del credito, visto che si è accertato che il blocco dei cantieri era dovuto al fatto che da un anno e mezzo le banche non riuscissero a liquidare i crediti.
Ma, nel concreto, quali problemi pone il Decreto in materia di Superbonus? A cosa non dà assolutamente risposta? Lo scopriremo insieme nel video di questa sera! E per quanto riguarda il Mezzogiorno?
Ecco, a prescindere da quello che si dice sulla possibile ripresa che ci sarebbe con l’introduzione della cosiddetta Zes unica e con le risorse del Pnrr, cose tutte “di là da venire”, nella Legge di Bilancio non c’è nulla, o quasi.
Ci sono solo gli 11 miliardi e 440 milioni di euro destinati alla costruzione del Ponte, solo che nel 2024 si prevede solo una spesa di 800 milioni di euro. Gli altri 10 miliardi e 600 milioni saranno prelevati dalle prossime 8 leggi di bilancio, per capirci dal 2025 al 2032.
Per concludere questa lunga filippica vengo adesso a quello che ha detto la presidente Meloni su alcune questioni cruciali.
Non è vero che le tasse sono diminuite grazie al taglio della spesa pubblica.
Non è vero che la crescita economica dell’ Italia è superiore a quella dell’ Unione Europea, infatti l’Italia cresce dello 0,9 per cento mentre l’Europa dell’1,3 per cento.
Non è neppure vero che il governo Meloni è stato il primo governo che ha tassato gli extra profitti delle banche, tantè che la stessa presidente del consiglio ha dichiarato che quella “ tassa” sarà destinata al rafforzamento del patrimonio delle banche medesime.
E a non corrispondere alla realtà sono anche altre questioni, che vi dirò nel video di oggi, insieme anche alle dimenticanze fatte dal presidente Meloni nel suo lungo incontro con la stampa, tra le quali, giusto per fare un esempio, l’aumento dell’iva nella bolletta del gas, che dal 1 gennaio è passata dal 5 al 22 per cento!
Per questi, e numerosi altri spunti di riflessione sulle questioni attuali, vi diamo appuntamento alle ore 20.00 con la nostra prima visione trasmessa sulla nostra pagina Facebook, sul nostro canale Youtube, e sui nostri altri canali social. Non mancate!