Oblio oncologico, Ternullo (FI): "Nessun limite ai guariti, lo sono anch'io"

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L’Oblio oncologico è legge anche in Italia.
Anche il Senato ha dato il “via libera” al disegno di legge, dopo il voto espresso dalla Camera.
Significa che le persone guarite da un tumore non dovranno più, trascorso un preciso lasso di tempo, rinunciare ad una serie di attività che ancora oggi rappresentano un limite insormontabile: l’adozione di un bambino, l’accensione di un mutuo, la partecipazione ad un concorso. In questo modo il Senato tenta di mettere fine alle discriminazioni legate a problemi di salute di questo rilievo per i cittadini.
Evidente la soddisfazione delle associazioni, degli oncologi, del ministro stesso della Salute, Orazio Schillaci, che ha parlato di “legge di civiltà”. Tra i siciliani, significativo l’intervento della senatrice Daniela Ternullo, visto che le sue sono parole di chi per tre volte- ha raccontato- ha affrontato una patologia oncologica, uscendone. “Questo- ha detto la senatrice di Forza Italia- è un tema che sento in modo particolare, perché io stessa ho avuto una malattia oncologica e ne sono uscita più forte di prima. Ho affrontato questo problema per ben tre volte, questo vuol dire che si può guarire. La patologia che mi ha colpito è un dramma che coinvolge migliaia di donne. Ma grazie alla ricerca e all’ampliamento degli screening, queste patologie non sono più invincibili e la percentuale di persone malate che guariscono è sempre più alta, grazie alle cure, ai farmaci e alla prevenzione “. Così la senatrice di Forza Italia Daniela Ternullo intervenendo in Aula durante le dichiarazioni di voti sul ddl per l’oblio oncologico. “Questo governo, con il Ministro Schillaci, ha adottato da subito il Piano Oncologico Nazionale, che il Parlamento ha poi dotato delle opportune risorse finanziarie. E sono state introdotte disposizioni sui test genomici e sui registri tumori a livello regionale e nazionale. Ora – ha proseguito – dobbiamo fare un passo avanti approvando un provvedimento a cui Forza Italia ha contribuito fattivamente. Ringraziamo per questo Patrizia Marrocco, prima firmataria della legge e relatrice alla Camera, che ha seguito i lavori con passione e competenza. Il termine di dieci anni scritto nel testo potrà diventare più breve e già lo è per i più giovani. Ciò che conta, oggi, è varare delle norme di civiltà, perché nessun cittadino deve subire lo stigma di una malattia”, ha concluso.

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