Aiutare i ragazzi con la sindrome di Down (SdD) a saper vivere da soli, a sviluppare le capacità necessarie per realizzare la propria autonomia abitativa, ad essere più indipendenti, auto-determinati ed integrati. Questi gli obiettivi del progetto “Casa delle Libellule”, lanciato a fine aprile di quest’anno dall’Associazione famiglie persone down (Afpd) di Catania. Questa iniziativa è da considerarsi quasi un unicum, nel capoluogo etneo ed in Sicilia – a differenza di quanto avviene in altre regioni d’Italia, soprattutto al nord; e continua ad andare avanti, nonostante tutte le difficoltà del nostro territorio: dall’assenza delle istituzioni ai pregiudizi di alcune persone, passando per le sfide che presenta la sussidiarietà orizzontale ed il reperimento dei fondi. Scopriamo di più su questa iniziativa grazie alle parole di Stefania Massimino, presidente dell’Afpd di Catania e di Maurizio Vaccarella, coordinatore di “Rete per associazioni”; i quali hanno (rispettivamente) realizzato e facilitato la nascita della “Casa delle Libellule”.
Cos’è la Casa delle Libellule
Si tratta di un’abitazione, sita in Piazza Abramo Lincoln 19, che l’associazione Afpd ha deciso di affittare in modo tale da avere uno spazio dove far sperimentare ai ragazzi in sindrome di Down – in un ambiente comunque controllato e supervisionato da operatori esperti – cosa voglia dire provare ad abitare “da soli”, ovvero senza i genitori o la famiglia. “Attualmente i ragazzi coinvolti nel progetto sono una quindicina, hanno un’età abbastanza adulta, in media sui ventiquattro anni, e in generale sono usciti dal circuito scolastico. Frequentano la casa nei weekend a gruppetti di 5 o 6, e svolgono diverse attività per imparare ad essere più indipendenti e consapevoli: yoga, cinema, socializzazione in pizzeria” ci spiega il signor Vaccarella, che prosegue: “La dottoressa Maria Grazia Portuese, psicologa del team di esperti che assiste i ragazzi, mi diceva che adesso stanno lanciando altre iniziative per aprirsi di più al quartiere ed interagire con l’esterno, ad esempio si spiega loro anche come fare la spesa da soli”.
Un progetto più unico che raro (in Sicilia e al Sud Italia)
“Questo nostro progetto nasce dal bisogno che abbiamo noi famiglie con componenti in SdD di iniziare a dar vita ad una serie di realtà che in altre regioni sono già consolidate, e che sono utili per i nostri familiari” ci spiega la signora Massimino, presidente provinciale dell’Afpd; e prosegue: “Siamo i primi in Sicilia ad avere iniziato con un progetto di questo tipo, ma dalla nostra inaugurazione di aprile anche altri stanno tentando di proseguire sulle nostre orme. Al nord il discorso è diverso: le istituzioni sono più presenti. Noi siamo andati avanti grazie ai finanziamenti della Chiesa Valdese, di Ikea Catania (che ha fornito i mobili per arredare l’appartamento), di noi famiglie stesse dell’Afdp e di altre realtà del territorio che hanno scelto di spostare il progetto. L’iniziativa è a lungo termine, e dovrebbe durare come minimo tre anni. Per il momento partecipano solo ragazzi che già fanno parte dei circuiti dell’Afpd, ma vorremmo che aderissero anche altri, ma non è ancora successo. Non è facile però, perchè da parte delle famiglie c’è parecchia resistenza alle volte, perchè molti genitori di ragazzi in SdD sono iper protettivi, e questo atteggiamento è controproducente allo sviluppo e all’autonomia del ragazzo. In questo senso andrebbe fatta molta sensibilizzazione“. E, come vedremo, questa è solo una delle criticità che si incontrano.
Le difficoltà del nostro territorio
“Senz’altro una difficoltà è data dai pregiudizi e dalla mentalità che alcuni hanno. Per farle capire, da quando abbiamo avuto l’idea a quando effettivamente si è trovato qualcuno disposto ad affittare la casa alla nostra associazione sono trascorsi ben 8 mesi!” ci spiega la presidente dell’Afdp. Una seconda problematica invece è relativa ai finanziamenti del progetto, e possiamo coglierla dalle parole del signor Vaccarella: “Qui in Sicilia le istituzioni sono sorde alle nostre richieste. Noi ci abbiamo provato, ma dalla famosa “tabella H” che serve a migliaia di associazioni benefiche e para-benefiche per richiedere finanziamenti, non abbiamo avuto alcun riscontro. Non esistono allo stato attuale linee di finanziamento ufficiali dedicate ad attività di questo tipo. E’ per questo che io ricordo spesso agli amministratori di andarsi a studiare la modifica costituzionale della sussidiarietà orizzontale per consentirci di fare ciò che lo stato e gli enti locali non riescono a fare”.
Una casa aperta a tutti gli amici
La Casa delle Libellule è aperta ad amici e simpatizzanti dell’associazione, e tra questi c’è stata la visita di una nostra “vecchia conoscenza”. Difatti il nostro giornale si è già occupato di Graziana Vaccarella, una delle prime artiste al mondo con sindrome di down ad avere i propri NFT; ebbene proprio lei ha fatto visita, nel pomeriggio di sabato scorso, ai suoi amici della Casa delle Libellule per consegnare una propria opera originale dipinta ad olio. Ecco la foto di quel momento.