COMU VENI, SI CUNTA- Tra fake news,costo della democrazia e senso di responsabilità

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Buona sera e ben ritrovati nella rubrica di Hasthag Sicilia “ Comu veni si cunta  “.
Non so se sapete che da qualche tempo l’Italia continua ad inanellare un successo dietro l’altro.
Infatti, dopo aver conquistato il primo posto nel mondo per numero di persone tatuate, ha conquistato il primato europeo delle fake news.
Si, il Belpaese è  la prima nazione del vecchio continente per numero di bufale, di notizie false rimosse dai social. Basti pensare che il 33 per cento delle bufale europee è sulle bacheche italiane e che negli ultimi 6 mesi solo da Facebook né sono state rimosse ben 45.000.
E a proposito di primati non posso tacere il fatto che in Sicilia oltre 4 milioni di residenti non ha letto nemmeno un libro.
Ma non è di questi primati che voglio parlarvi, questa sera voglio parlarvi di un’anomalia tutta italiana e nello specifico del trattamento economico dei nostri politici e dei nostri amministratori che, come sapete, con riferimento ai parlamentari, questi risultano i meglio pagati d’Europa. Non voglio tornare, però sugli stipendi di deputati e  senatori, anche perché dopo la performance infelice dell’onorevole Piero Fassino di qualche mese fa,  se n’è parlato anche troppo. Voglio invece parlarvi dei vitalizi ( dell’erogazione o pensione di cui godono deputati e senatori al termine del mandato parlamentare  ) e del trattamento economico degli amministratori locali, sindaci in testa, che non hanno eguali nel nostro Continente.
Con riferimento ai vitalizi  o pensione che dir si voglia, dico subito che  se uno ha fatto il parlamentare in Italia per una legislatura,  vale a dire per 5 anni,  quando va in pensione gli spetta  un vitalizio di 2.486 euro al mese, mentre in Francia gli spettano 780 euro, in Germania 961 euro, in Gran Bretagna 794 euro.
Se poi ha avuto la fortuna di avere fatto il parlamentare per 10 anni, il vitalizio in Italia è di 4.973,73 euro, mentre in Francia è di 1500 euro, in Germania di 1.917 euro, in Gran Bretagna è di 1.588 euro.
Se addirittura qualcuno ha fatto  il deputato o il senatore o financo il parlamentare regionale per 15 anni, il vitalizio  in Italia  è  di 7.460,59 euro al mese, in Francia di 6.300 euro, in Germania di 2.883, in Gran Bretagna è di 2.381 euro.
Ma se questo  è il trattamento riservato ai parlamentari quando vanno in pensione, non diversa è la situazione dei sindaci, assessori, presidenti dei consigli, ecc.  Relativamente, però, alle sole  indennità di carica, visto che non hanno diritto  a un vitalizio.
Il sindaco, per fare qualche esempio, di una grande città come Milano, Bologna, Roma, Catania, con la Legge approvata recentemente percepisce un’indennità di carica di 13.800 euro lordi al mese, mentre il sindaco di Parigi, la cui area metropolitana   conta  oltre 12 milioni di abitanti incassa  8.651 euro al mese, quello di Berlino, che con l’area metropolitana supera i 6 milioni di abitanti, guadagna meno di diecimila euro e  quello di Londra  che conta quasi 13 milioni  di abitanti prende 15 mila euro al mese.
Parlo di città dove il costo della vita è più alto rispetto all’Italia.
Non parlo del trattamento dei sindaci dei paesi più piccoli anche perché in tanti paesini dell’entroterra è sempre più difficile trovare persone disponibili a candidarsi.
Ė vero, come ha scritto un eminente uomo politico, in un suo libro,  “ La democrazia non è gratis. Gratis è solo la tirannide!
Quindi, visto che la democrazia costa,  è giusto che la collettività se ne faccia carico, perché se così non fosse,  la politica sarebbe una possibilità riservata solo ai ricchi , ai  miliardari.
Ma se tutto questo è vero, e per quanTo mi riguarda è  assolutamente condivisibile, mi chiedo : quanta parte dei costi del suo funzionamento è inevitabile,  e quanto uno spreco di denaro ?
Mi faccio questa domanda   pensando  proprio alla diversità di trattamento  economico dei parlamentari e degli amministratori italiani rispetto a quelli degli altri Paesi europei.
Visto che Francia, Germania e Gran Bretagna sono paesi democratici al pari dell’Italia, mi chiedo:  perché da noi la democrazia deve costare di più ?
E ancora, perché in un momento in cui chi vive del proprio lavoro, sia esso un operaio, un agricoltore, un artigiano, un  esercente, un  professionista deve continuare a stringere la cinghia e chi fa politica, invece , chiede senza rossore che vengono aumentati o comunque adeguati al costo della vita indennità,  vitalizi e prebende varie ?
L’Italia è  davvero un Paese strano, non solo perché non riesce a correggere simili storture che rappresentano un offesa alla povertà e a chi fatica ogni giorno per tirare la carretta, ma anche perché è un Paese che si dilania e si divide su tutto. Si divide anche   sul messaggio pubblicitario che sta dietro allo spot di Esselunga . Uno spot che ha per protagonista una bambina figlia di genitori separati.
Si divide  nell’interpretazione da dare al gesto della bambina che offre ai genitori una pesca, tra chi vi legge una colpevolizzazione di chi si separa o divorzia e chi, invece, giudica il messaggio realistico e toccante.
Confesso che trovo veramente ridicolo dividersi su cose di questo tipo quando in Italia cala il potere d’acquisto delle famiglie, aumenta la povertà,  l’inflazione intacca i risparmi degli italiani, crescono i tassi d’interessi dei mutui e dei finanziamenti, i giovani siciliani continuano ad emigrare,  la sanità pubblica continua a fare acqua da tutte le parti a vantaggio di quella privata.
Una sanità pubblica che oltretutto purtroppo  continua ad essere sotto attacco, anche da parte del governo attuale,  nonostante il diritto alla salute sia  sancito dall’articolo 32 della Costituzione e la riforma del 1978 abbia  affermato il diritto alla salute per tutti,  tramite l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale con accesso universale e gratuito.
Trovo anche incomprensibile l’ironia di alcuni esponenti politici di opposizione nei confronti del presidente della Regione Siciliana, che in uno scatto d’ira si era scagliato contro i grossi burocrati che vanno in ufficio indossando polo e jeans e che disertano riunioni importanti convocati per evitare di restituire all’Europa una cifra che oscilla tra 1.070.000.000 milioni di euro e un 1.600.000.000 milioni di euro.
Ovviamente ogni partito fa opposizione con gli argomenti che ritiene possano fare più male a chi governa, mi chiedo però davanti al rischio che la Sicilia possa perdere 1.600.000.000 di euro se non sia meglio mettersi a disposizione del governo pro-tempore per trovare insieme le soluzioni al  problema che se non viene risolto creerà un danno enorme ai siciliani di tutti i colori politici.
Dico questo non perché mi sia simpatico il presidente Schifani (anzi, non ho condiviso il suo silenzio sull’autonomia differenziata, un progetto  che rischia di penalizzarci sulla  scuola, sulla  sanità  e sulle infrastrutture e  ho trovato fuori luogo anche  la sua  polemica contro il vescovo di Cefalū, “ colpevole “ di aver detto dopo i terribili incendi “  fenomeno da fermare  con una protesta  generale “),  bensì perché penso che quando sono in gioco gli interessi dei siciliani occorre fare squadra, agire all’unisono.
Chiedo perdono a chi non la pensa così,  ma io continuò a pensare che quando si naviga in acque tempestose il dovere di  tutti quelli  che stanno sulla barca sia quello di remare tutti dalla stessa parte.

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