“Dove sono i controlli a Catania?”
È una frase che spesso ci ripetiamo e che spesso sentiamo ripetere.
Camminando in giro per la città troviamo quartieri interi dove vedere un posto di blocco, un passaggio di pattuglie, agenti camminare per strada diventa quasi utopia. Un’utopia che non possiamo permetterci in una città incline al non rispetto delle regole, alla disobbedienza, al menefreghismo.
Camminando in giro per la città troviamo quartieri interi dove vedere un posto di blocco, un passaggio di pattuglie, agenti camminare per strada diventa quasi utopia. Un’utopia che non possiamo permetterci in una città incline al non rispetto delle regole, alla disobbedienza, al menefreghismo.
Perché quando tre ragazzi, con il sedere al vento, decidono di urinare nella fontana dell’Amenano, siamo di fronte a una indolenza che non conosce eguali. Che ci fa ripiombare in un circolo vizioso in cui la colpa è dei mancati controlli ma anche dello scarso senso civico che ormai riguarda la quasi totalità della cittadinanza.
Con il risultato che Catania viene percepita come città invivibile, in cui serpeggia un senso forte di insicurezza e di abbandono.
La foto e il video dei tre giovani nudi sopra la fontana stanno facendo il giro dei social con un effetto boomerang negativo che di fatto fa solo del male al territorio.
Cosa servirebbe?
Presidi più intensi di forze dell’ordine.
E rispetto: delle regole, dei luoghi comuni, delle altre persone.
E poi un po’ di collaborazione. Chi ha avuto la premura di scattare la foto magari avrebbe potuto usare prima il cellulare per chiamare le forze dell’ordine e poi per immortalare le natiche di questi 3 irrispettosi uomini.
Così come le forze dell’ordine avrebbe potuto chiamarle ognuna delle persone che in piazza guardava divertita quanto stava accadendo.
Così come le forze dell’ordine avrebbe potuto chiamarle ognuna delle persone che in piazza guardava divertita quanto stava accadendo.
Riformulo la domanda iniziale: dove è finito il senso del dovere, il rispetto, la civiltà?
Se diamo una risposta a questa ultima domanda forse potremo recuperare questa città, come le altre, in cui il patriottismo ha lasciato spazio alla demolizione, sempre e comunque, di cose ma soprattutto dei pensieri.
Un’ultima riflessione: i social non sono la vita vera.
Basta ansia da click, da pubblicazione, da follower: è questa ansia che ci porta a girarci verso l’indifferenza. Perché non è fotografando, riprendendo, postando un video sui social che si è al centro del mondo: torniamo a vivere di umanità, di sguardi negli occhi, di condivisione reale e non virtuale. Altrimenti saremo complici di omicidi, di violenze, di soprusi. Perché? Perché alimentando la pericolosa realtà dei click incoraggiamo qualcuno a sentirsi il migliore, a prendere una macchina e a correre come un folle uccidendo un bambino, armiamo mani deboli.
Basta ansia da click, da pubblicazione, da follower: è questa ansia che ci porta a girarci verso l’indifferenza. Perché non è fotografando, riprendendo, postando un video sui social che si è al centro del mondo: torniamo a vivere di umanità, di sguardi negli occhi, di condivisione reale e non virtuale. Altrimenti saremo complici di omicidi, di violenze, di soprusi. Perché? Perché alimentando la pericolosa realtà dei click incoraggiamo qualcuno a sentirsi il migliore, a prendere una macchina e a correre come un folle uccidendo un bambino, armiamo mani deboli.
Questi 3 irrispettosi hanno urinato nella fontana dell’Amenano. Tutti noi “uriniamo” nella fontana dell’indifferenza…
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