Appalti, si chiude la due giorni di incontri tra i vertici di CNA Nazionale e gli esponenti delle CNA territoriali

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Gli appalti sono stati al centro della due giorni siciliana del nostro segretario nazionale, Otello Gregorini. Eventi densi e partecipati, tanto a Siracusa quanto a Ragusa, focalizzati sui risultati dell’Osservatorio nazionale burocrazia – illustrati in entrambe le occasioni dal responsabile nazionale Relazioni istituzionali della Confederazione, Marco Capozi – incentrati in particolare sulla situazione delle due province sicule. Stesso il tema, gli appalti appunto, due le declinazioni. A Siracusa il focus è stato orientato su legalità e trasparenza. A Ragusa sulla questione delle infrastrutture e in particolare sull’autostrada Ragusa-Catania.

Gregorini, nel corso dei suoi interventi, ha richiamato l’attenzione dei presenti, tra i quali numerosi gli amministratori pubblici e i rappresentanti delle istituzioni oltre alla classe dirigente della Confederazione, sul tema dei bonus edilizi e in particolare dei crediti incagliati. Senza una soluzione in tempi stretti – ha lanciato l’allarme il nostro segretario generale – esiste un rischio elevato di alta tensione sociale. Tante, tantissime imprese, con migliaia di addetti, saranno costrette a chiudere in tempi brevi. Un disastro economico e sociale.

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Passando al tema delle infrastrutture, Gregorini ha messo in risalto il loro ruolo indispensabile per lo sviluppo e la vita quotidiana nella realtà siciliana. Il Ponte sullo Stretto va bene – ha osservato – ma prima servono strade, servono ferrovie, all’interno dell’Isola. Non si possono impiegare ore per compiere percorsi che in altre regioni d’Italia richiedono la metà e anche meno del tempo.

Il segretario generale della CNA ha affrontato inoltre il tema del Pnrr, le sue opportunità e le aspettative legittimamente create. Per spendere al meglio i fondi, però, trasformandoli in un volano di crescita equilibrata queste possibilità vanno allargate alle piccole imprese, che a oggi invece ne rimangono fuori. Ma per cambiare tale situazione vanno al più presto apportate modifiche alle discipline vigenti, principalmente al Codice degli appalti.

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