In una lunga intervista al Corriere del Mezzogiorno il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti affronta temi cruciali per il settore primario.
Prima di tutto ricorda come l’export agroalimentare abbia raggiunto nel 2021 il record storico di 52 miliardi di euro, per sottolineare l’importanza di un settore che con i suoi 540 miliardi rappresenta il 15% del fatturato totale dell’economia. Giansanti ricorda anche che nel Mezzogiorno un terzo degli occupati opera nella filiera. Sottolinea poi come il conflitto in Ucraina abbia determinato un’esplosione dei prezzi, ma che le avvisaglie di stravolgimenti nei mercati erano già presenti nel 2021. “A tutto ciò si è aggiunto il mostruoso aumento dei costi energetici, una vera zavorra per l’agroindustria”.
A proposito dello spreco alimentare il presidente di Confagricoltura evidenzia come sia importante distinguere le eccedenze, difficilmente programmabili, dallo spreco vero e proprio, che potrebbe essere contenuto in fase di raccolta e conservazione anche attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie.
Giansanti affronta anche il tema della logistica e delle infrastrutture legate ad essa, ricordando come l’Italia non disponga ancora di un sistema di trasporto merci moderno ed efficiente e di come questo incida sulle imprese con un extra costo della logistica superiore dell’11% rispetto alla media europea. Per questo “i 25 miliardi destinati dal PNRR allo sviluppo della rete ferroviaria e i 360 milioni previsti per la logistica integrata sono fondamentali, perché l’Ue ha stabilito che entro il 2030 il traffico merci su rotaia deve aumentare del 50% e raddoppiare entro il 2050”.
Altro tema toccato dal presidente della Confederazione è quello del fotovoltaico, a proposito del quale sottolinea l’incongruenza tra “l’Ue che ha stabilito che l’Italia può fare a meno di 1 milione di ettari agricoli non coltivati e l’obiettivo fissato dal governo Draghi di solo 63mila ettari da destinare al fotovoltaico”. Eppure l’energia verde abbatterebbe i costi in modo significativo.
Infine sul tema caporalato Giansanti ribadisce come la stella polare per Confagricoltura sia il contratto di lavoro, la dignità del lavoro e il rispetto della persona, tanto che il codice etico che l’Organizzazione si è data, prevede che chi viene condannato per pratiche di lavoro illegali venga espulso dalla Confederazione. Per contrastare fenomeni come il caporalato non è sufficiente introdurre solo misure repressive, ma occorre agire sulle cause profonde che lo determinano, come l’inefficienza della pubblica amministrazione, la carenza di un valido servizio di collocamento, l’inadeguatezza del trasporto pubblico nelle aree rurali, la mancanza di un’efficace politica in tema di alloggi da destinare ai lavoratori. Servono inoltre una riduzione del cuneo fiscale e semplificazioni amministrative per il lavoro dipendente. “Il lavoro – conclude Giansanti – va giustamente remunerato e qualificato, solo la leale collaborazione con gli operai può rendere la filiera più sostenibile, anche sul versante sociale”.