Il divario tra Nord e Sud, continua ad essere una palla al piede per il rilancio economico dell’intera Italia e resta tutto lì a testimoniare la cattiva gestione di tutti questi anni quando non si sa che fine abbiano fatto i tanti miliardi messi a disposizione per il Mezzogiorno. Un Sud che ancora oggi non ha le necessarie infrastrutture per la mobilità, ha un deficit nella sanità, continua a perdere le forze migliori perché i giovani lasciano la propria terra a beneficio di altre zone che ne godono i frutti.
In passato il Sud si è dissanguato a beneficio di un Nord che sviluppava le proprie industrie con la manodopera che veniva dalle regioni agricole del Mezzogiorno che restavano incolte o venivano restituite ai latifondisti, che spesso li cedevano in affitto a quei campieri che opprimevano i mezzadri, i braccianti, gli affittuari, ai quali imponevano le loro regole.
E mentre il Nord si sviluppava e si arricchiva, contemporaneamente disprezzava i terroni ai quali negava ad esempio la casa. Vi ricordate i cartelli che dicevano “si affitta casa ma non a meridionali”? Come si dice dalle nostre parti “curnuti e bastuniati”. Un razzismo che ancora oggi si ritrova anche in movimenti politici che si candidano a governare l’Italia.
Oggi, finalmente 323 amministratori e sindaci delle zone più povere di questa nostra Italia, con uno scotto di sano orgoglio, si sono riuniti ed hanno elaborato un documento, un’agenda, un decalogo di richieste dirette alle coalizioni che si candidano a governa l’Italia dopo le elezioni dei 25 settembre prossimo.
Un decalogo con il quale chiedono assunzioni per i comuni tutti sotto organico e spesso privi di figure apicali, provvedimenti atti a fare ritornare i tanti cervelli che se ne vanno e che mettono in pericolo il futuro di queste zone che già hanno dato tanto.
Interessante la richiesta di non parlare più di economia differenziata considerati i limiti ingigantiti prodotti in quei settori dove già si applica, vedi ad esempio la sanità. Al suo posto ormai messo in seria discussione dalla pandemia che ha permesso di evidenziare limiti del passato e nuovi indirizzi da seguire, i sindaci propongono una premialità ed incentivi per sviluppare forme di cooperazione tra comuni del Nord e comuni del Sud.
Una politica degna di tale nome per attirare investimenti al Sud anche da quelle industrie che dal Sud hanno preso per poi andarsene. Vedi la vicenda della FIAT di Termini Imerese per esempio.
Un intervento massiccio nel campo del sociale ed in quello del turismo oltre che a prevedere provvedimenti per le zone interne che sono quelle che più soffrono il processo di spopolamento.
Questi ed altri i provvedimenti previsti nel decalogo predisposto dall’Agenda che prevede i Recovery Sud e che porta la firma di alcuni sindaci che si sono fatti promotori del progetto. Sindaci che amministrano comuni delle regioni più povere che si posizionano negli ultimi posti della graduatoria del PIL relativo alle 20 regioni italiane. Stiamo parlando della Calabria (20°), della Sicilia (19°), della Campania (18°), della Puglia (17°) ed infine del Molise che si piazza al 16° posto. Graduatoria dove le disparità di reddito pro-capite sono notevoli come si può vedere nella nota che segue. A parte pubblichiamo anche il testo integrale del movimento, che tra le altre firme dei promotori, porta anche quella della sindaca di Alessandria della Rocca, la Dottoressa Giovanna Bubello, componente del Consiglio Generale dell’USEF recentemente eletto nel corso del 14° congresso dell’associazione. Ma a parte ciò, una associazione come l’USEF che da sempre si batte per il Sud, per i milioni di italiani che hanno lasciato la propria terra non può restare estranea a questi movimenti rivolti a produrre benessere, uguaglianza, legalità e progresso, democrazia e servizi sociali per le zone meno fortunate che hanno già pagato un notevole presso all’unità d’Italia e che continuano a pagare un prezzo per la loro marginalità e per l’incapacità dello stato a vincere la lunga ed estenuante guerra con la malavita e la corruzione che sono state e malgrado tutti gli sforzi, continuano ad essere grande remora per lo sviluppo, il benessere e la stessa democrazia.
- REGIONE REDDITO PROCAPITE € PRODUZIONE PIL
- TRENTINO A.A. 43.188,00 3%
- LOMBARDIA 39.964,00 22%
- VALLE D’AOSTA 39.005,00 9%
- EMILIA ROMAGNA 36.736,00 9%
- LAZIO 34.930,00 11%
- VENETO 33.869,00 9%
- TOSCANA 32.231,00 7%
- LIGURIA 32.723,00 3%
- FRIUKI VEN. GIUL. 32.113,00 2%
- PIEMONTE 32.012,00 8%
- MARCHE 27.856,00 2%
- UMBRIA 26.598,00 1%
- ABRUZZO 25.425,00 2%
- BASILICATA 23.320,00 1%
- SARDEGNA 21.665,00 2%
- MOLISE 21.316,00 0,3%
- PUGLIA 19.243,00 4%
- CAMPANIA 19.170,00 6%
- SICILIA 18.260,00 5%
- CALABRIA 17.657,00 2%