Il risultato delle primarie del centrosinistra conferma quanto nulla ci sia di progressista, tanto meno di sinistra, in quel campo. La prevedibile e sonora sconfitta dell’autoproclamatosi leader Claudio Fava, dovrebbe chiamare finalmente a una seria riflessione le compagne e i compagni di Sinistra oltre le iscritte e gli iscritti di Sinistra Italiana e dei Verdi circa il destino dei loro partiti da tempo fossilizzati nel ruolo inconcludente di “propaggine sinistra” del PD. La schizofrenia con cui i partiti di Fratoianni e di Bonelli si autodefiniscono “all’opposizione delle politiche del governo Draghi” per poi andare a braccetto proprio con chi ha sostenuto quel governo, è perciò l’emblema di una logica elettoralistica e personalistica che getta discredito su tutta la sinistra e le battaglie ecologiste.
Come Rifondazione Comunista siamo invece impegnati ad organizzare una vera alternativa costruita dal basso che coinvolga comitati territoriali, associazioni, partiti, attivisti locali senza nessun leader predestinato che di mestiere faccia il candidato, una sinistra di alternativa che abbia come cardine il no alla guerra, il rilancio della sanità pubblica, la transizione ecologica, una legge che garantisca un salario minimo e combatta il precariato, insomma una coalizione antiliberista in grado di farsi carico delle esigenze di quelle classi che per decenni hanno subito l’inefficienza e l’indifferenza di Governi regionali di centrodestra e centrosinistra. Evidentemente, alla luce delle scelte politiciste di molti che si definiscono di Sinistra questo percorso non sarà facile, ma per opporsi efficacemente al partito unico di Draghi l’unica strada percorribile è l’Unione Popolare, così come avvenuto in Francia. L’alternativa c’è, ed è tempo di praticarla con comportamenti coerenti e conseguenti.