«Quella delle Zes è una sfida che non possiamo perdere! Le Zone economiche speciali devono consentire alle aziende l’opportunità di uno sviluppo possibile, non foss’altro che per i sacrifici fatti e le difficoltà che ogni giorno dobbiamo affrontare svolgendo la nostra professione in un territorio così difficile e ostile come quello in cui operiamo». Lo ha dichiarato Floriana Franceschini, presidente di Cna Catania, al convegno “La Zes incontra i territori” svoltosi oggi alla sala Ance di viale Vittorio Veneto a Catania.
«Pensare che delle sessantanove Zes presenti in Europa due sono in Sicilia deve darci lo slancio per provare a immaginare un futuro produttivo diverso per la nostra Isola», ha proseguito la Franceschini, «viviamo in un territorio complicato e in ambiente poco favorevole allo sviluppo imprenditoriale, con la carenza delle infrastrutture, la mancanza di servizi adeguati, le difficoltà di accesso al credito, la burocrazia soffocante, lenta e farraginosa, e un fisco particolarmente asfissiante, come rileva anche uno studio effettuato da Cna nazionale che vede proprio Catania ai primi posti per imposizione in Italia».
Per la Franceschini, «l’istituzione della Zes sembra essere una delle possibili soluzioni a non pochi problemi dell’imprenditoria catanese. Ne siamo talmente convinti che pensiamo addirittura di aver contributo nell’ispirazione del decreto n. 36 dell’aprile 2022, che ha esteso il credito d’imposta all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione o all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti. Del resto, siamo tutti d’accordo quando sosteniamo che le piccole aziende devono crescere e la patrimonializzazione è uno dei primi passi in tale direzione. Affermo ciò perché convinta che il vero sviluppo di un territorio si ottenga da un sistema integrato di grandi e piccole aziende che lavorano insieme, essendo queste ultime un indotto delle altre. Va da sé come migliorare i servizi che le imprese piccole possano fornire alle grandi non può che garantire un sistema industriale sempre più all’avanguardia».
«Certo, alla luce di tutto ciò», ha continuato il presidente di Cna Catania, «mi stupisce la limitazione posta sull’incremento occupazionale previsto dalla legge di stabilità finanziato dalla Regione Siciliana. Perché mai vi è stata tale timidezza da parte del legislatore? Perché è stato previsto solo per le attività della “famigerata” tabella 5.1? Abbiamo diverse attività che sono allocate in centro città e che invece sarebbe opportuno si stabilissero nelle aree Zes. Quindi, perché non prevedere anche per loro un contributo? In relazione alle agevolazioni non fiscali in tema di semplificazione amministrativa e di accelerazione di iter, poi, ci crediamo davvero? Si faranno mai? Ci riusciremo?».
«Il degrado nel quale versano le aree Zes è noto a tutti», ha concluso la Franceschini, «avviare le opere di urbanizzazione (sicurezza, illuminazione, manto stradale, fognature) diventa dunque necessario, se non indispensabile e improrogabile. Nei territori della Zes orientale vi sono aree, come a esempio, la zona artigianale di Acireale, dove gli artigiani, dopo aver comperato i lotti senza le agevolazioni previste successivamente dalla misura, sono rimasti in attesa, ostaggio della burocrazia, prima per una serie di vincoli vari e poi perché in attesa appunto delle opere di urbanizzazione. Ciò, come sempre dalle nostre parti, è qualcosa di vergognoso, che uno Stato serio non dovrebbe assolutamente consentire. Noi di Cna restiamo comunque ottimisti, fortemente convinti di come tutti i soggetti coinvolti siano disposti a collaborare affinché le Zes possano divenire un luogo di crescita e di reale sviluppo per le nostre aziende. La nostra associazione è pronta a investire le sue migliori risorse umane in questa avventura».