Mani tese ai profughi dagli enti di formazione accreditati con l’organismo datoriale. Contatti avviati con le Prefetture per definire i dettagli.
L’educazione alla solidarietà comincia dai banchi di scuola e diventa un valore aggiunto per tutti i soggetti coinvolti nel processo di aiuto verso i più fragili. Proprio su queste basi di fratellanza umana, FederTerziario, tramite FederTerziario Scuola, la federazione verticale di categoria del settore scuola, ha lanciato una proposta per operare ai fini della continuità della formazione dei tanti ragazzi che, a causa del conflitto in corso, sono stati costretti a interrompere gli studi. A questo proposito sono stati avviati contatti con diverse Prefetture per mettere a punto un percorso di accoglienza per 300 studenti che avranno accesso gratuito e completo ai corsi pomeridiani degli enti di formazione accreditati con FederTerziario. Un servizio completo che includerà anche la mediazione linguistica, il supporto psicologico e un pasto quotidiano che sarà condiviso anche con le famiglie o gli accompagnatori degli studenti.
«La nostra è un’azione simbolica e concreta, perché riteniamo che, in un momento di grande crisi come l’attuale, ripartire dalla scuola e dalle potenzialità che la formazione può offrire – ha spiegato Nicola Patrizi, presidente di FederTerziario – sia indispensabile per fornire un’opportunità che questi ragazzi ricercano per riprendersi il futuro interrotto dalla guerra. Ed è, in senso lato, anche un messaggio che vale per le altre aree in conflitto che purtroppo affliggono il mondo e che congelano i sogni di tanti: investire sulla scuola è una scommessa vinta in partenza».
Gli studenti che potranno beneficiare di questa opportunità dovranno rientrare nella fascia d’età compresa tra i 14 e i 17 anni, in quanto i corsi attivati dagli enti di formazione accreditati con FederTerziario fanno riferimento a coloro che partecipano ai percorsi OIF (obbligo d’istruzione e formazione). Si tratta, verosimilmente, di una importante porzione del flusso atteso, dal momento che, secondo una nota del ministero dell’Istruzione, si stima appunto un’altissima percentuale di minori tra gli esuli in cerca di protezione. Tra questi, alcuni saranno accompagnati dai genitori, altri soli o affidati a contatti della famiglia già presenti in Italia.
«Riteniamo che tutti, in un modo o nell’altro, abbiano una responsabilità dalla quale non possano sottrarsi in questa situazione tragica – ha aggiunto Alessandro Franco, segretario generale di FederTerziario –, noi abbiamo deciso di onorare la nostra impegnandoci sin da subito per trovare quelle soluzioni, in accordo con le Istituzioni che stanno coordinando i corridoi umanitari, che ci consentano di offrire una continuità formativa a quanti cercheranno almeno di riprendere una parvenza di normalità in Italia. E sappiamo che da un’esperienza del genere trarranno beneficio anche i nostri ragazzi, per maturare la loro sensibilità e la loro attenzione al sociale».
Il MIUR è al lavoro e, infatti, secondo una nota diffusa lo scorso 4 marzo, ha già messo a disposizione un primo stanziamento da 1 milione di euro riservato agli Istituti scolastici. In tal senso, la Regione siciliana è stata tra le prime ad attivarsi, garantendo, tramite l’assessore Lagalla, 200 mila euro alle scuole isolane che vorranno impegnarsi in percorsi di integrazione. E proprio dalla Sicilia è partita la disponibilità degli enti di formazione legati a FederTerziario che hanno voluto esprimere la propria solidarietà concreta e immediata senza attendere ulteriori provvedimenti di supporto governativo.
«Quando si parla di solidarietà e di aiuto in situazioni così estreme le forze si moltiplicano – ha sottolineato Antonino Reina, presidente di FederTerziario Sicilia –, indipendentemente da quelli che poi potranno essere i contributi statali anche per gli enti di formazione. Noi abbiamo deciso di offrire tutta la nostra professionalità, collaborazione e operatività per consentire a questi ragazzi di continuare a credere nella possibilità di rifarsi una vita ovunque vogliano».
Non si può escludere, del resto, che gli studenti, una volta accolti e formati, possano decidere di tornare, in caso di condizioni di rinnovata sicurezza, nel loro Paese o di spendere le competenze acquisite per un’occupazione in Italia oppure in altre parti del mondo, anche perché gli enti accreditati con FederTerziario sono scuole di mestieri che formano operatori già pronti per l’inserimento nel mondo del lavoro.