Legge di Bilancio: tante rose e qualche spina

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La Legge di Bilancio, entrata in vigore il primo gennaio, ha messo in campo risorse complessive per circa 35 miliardi di euro.

La parte più rilevante della manovra sul piano politico è il primo “ modulo “ di riforma del fisco che vale 8 miliardi di euro, di cui circa 7 destinati a regime alla riduzione dell’Irpef.

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Le aliquote Irpef, grazie a queste misure, scendono da cinque a quattro e viene modificato nel contempo il sistema delle detrazioni.

Il risultato favorisce tutte le categorie di contribuenti, ma in misura maggiore – come hanno rilevato tanti analisti – i lavoratori dipendenti e quelli con un reddito tra i 40 mila e 50 mila euro.

Traggono un certo beneficio anche coloro i quali hanno un reddito più alto, che però a partire da 75 mila euro l’anno resta fisso nella misura di 270 euro.

Per i dipendenti è prevista pure, per il solo 2022, una riduzione dello 0,8 per cento dell’aliquota contributiva, a parità di pensione futura.

A proposito di pensioni c’è da ricordare che gli interventi contenuti all’interno della Legge di Bilancio sono essenzialmente temporanei, in attesa cioè di un’eventuale accordo più generale tra governo e sindacati.

Al posto di “Quota 100“ viene prevista per il solo 2022 la possibilità di lasciare il lavoro a 64 anni di età con 38 anni di contributi (Quota 102).

Sono inoltre prorogate per un anno sia l’Ape sociale (esteso ad altre categorie di lavoratori e con condizioni più favorevoli per gli edili ) sia opzione donna per l’uscita delle lavoratrici con il calcolo contributivo. Infine viene creato un Fondo per favorire l’uscita dei dipendenti di piccole e medie imprese in crisi.

Sempre con riferimento al capitolo fisco viene cancellata l’Irap sugli autonomi, una misura che riguarda 835 mila soggetti su una platea di 2 milioni.

Altro piatto forte della legge in esame sono i 3,8 miliardi di euro stanziati per ridurre l’impatto del caro bollette (a cui si aggiunge una riduzione al 5 per cento dell’Iva per le bollette del metano) che, però, si sono dimostrati insufficienti a calmierare i prezzi. Infatti nonostante il maxi stanziamento l’aumento del costo dell’energia elettrica nel primo trimestre dell’anno sarà del 55 per cento e quello del gas del 42 per cento.

Per una “famiglia tipo“, secondo l’Autorità per l’energia, l’aumento complessivo tra gas e luce sarà di circa 1.000 euro l’anno.

Altri aspetti particolarmente significativi della manovra sono: i 4 miliardi di euro l’anno destinati alla sanità a partire dal 2022; la riforma degli ammortizzatori sociali che vale oltre 3 miliardi di euro nel 2022 e un pò meno negli anni successivi; l’istituzione del Fondo Salva Comuni con una dote di 2,67 miliardi di euro (di cui 150 milioni nel 2022).

Con questo Fondo:

* Lo Stato si accolla una parte del debito dei comuni;
* Si introduce una norma che prevede sanzioni severe per quelle aziende che delocalizzano gli impianti, e viene previsto l’obbligo di comunicare tre mesi prima la decisione di spostarsi altrove e di presentare il Piano di gestione della crisi;
* Viene introdotto lo slittamento di 180 giorni dei termini per pagare le cartelle esattoriali in arrivo nei primi tre mesi del 2022, di conseguenza le cartelle in arrivo a gennaio con scadenza a marzo potranno essere pagate a settembre;
* Viene previsto lo stanziamento di 150 milioni di euro per turismo e spettacolo finalizzati ad esentare bar e ristoranti, per i primi tre mesi del 2022 , dal pagamento delle tasse comunali per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche.

Infine, con riferimento al Superbonus:

* è caduto il paletto ISEE di 25 mila euro che si pensava di erigere per le villette che, però, viene sostituito da un’altro vincolo che consiste nell’obbligo di aver realizzato al 30 giugno 2022 almeno il 30 per cento dei lavori;
* è prevista la detrazione integrale dell’agevolazione fino al 2023, mentre nel 2024 scenderà al 70 per cento e l’anno dopo al 65 per cento;
* viene inserita la proroga per gli impianti fotovoltaici;
* è prevista l’estensione fino al 2025 dell’agevolazione nelle zone colpite dai vari terremoti a partire dal 2009, da quello dell’Aquila e la possibilità di utilizzare il beneficio per le opere destinate ad abbattere le barriere architettoniche.

Una legge di bilancio quella testè esaminata certamente non esaustiva, pensata dal governo per accompagnare il Paese alla normalità anche economica, ma purtroppo le prospettive per il futuro appaiono un pò più cupe del previsto. A causa dell’inarrestabile corsa dell’aumento dei prezzi di luce e gas e di tante materie prime che sta provocando serie preoccupazioni per la tenuta della filiera del tessile e di altre attività manifatturiere e del prolungarsi dell’emergenza Covid, determinata anche dalla variante Omicron che stà già danneggiando tanti settori economici a partire dal turismo.

È vero l’economia italiana continua a marciare a passo spedito, le stesse entrate tributarie sono superiori alle previsioni, ma se non si vogliono compromettere questi risultati occorre correre immediatamente ai ripari mobilitando altre significative risorse economiche.

Si tratta dunque di agire con urgenza contro il caro bollette che resta una grande emergenza, in particolare per i cittadini meno abbienti e per le imprese dei settori più colpiti dal caro energia. In questo senso si tratta di predisporre interventi non più a pioggia ma selettivi, garantire alle imprese prezzi dell’energia allineati a quelli dei loro competitori europei fino a tutto il 2026; nuovi aiuti ai settori maggiormente colpiti dalla recrudescenza della pandemia come ad esempio il turismo e di recuperare il bonus psicologico.

Una norma questa cancellata dalla legge di bilancio all’ultimo minuto, che prevedeva una spesa di 50 milioni di euro, concepita per venire incontro a quei soggetti che hanno subito traumi psicologici a causa del Covid, che non sono pochi e non riguarda solo la popolazione scolastica, si parla addirittura del 38 per cento della popolazione.

Salvatore Bonura

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