“Sappiamo che il pane è tra gli alimenti indispensabili e vitali per le persone. Per anni, la categoria, si è sottratta ad allineare il prezzo del pane in relazione ai costi crescenti, e questi sono sostanzialmente stabili da un decennio. Questa volta difronte a un aumento straordinario dei costi del grano di oltre 50 centesimi saremo costretti ad aumentare il costo del pane.” Così la lettera che i Panificatori aderenti a CNA hanno inoltrato alle autorità per informarle del fatto che l’attuale prezzo del pane è insostenibile.
Secondo Paolo Cancellieri, presidente dei Panificatori CNA, ”C’è un aumento generalizzato dei costi, ma in questo caso il costo delle materie prima che passa da circa 23 centesimi per ogni chilo di pane a 70 e destinato ad aumentare ancora”. Secondo CNA incidono fattori globali come:”la Cina che ha fatto incetta sul mercato mondiale; la Turchia è diventato un concorrente sulla pasta aumentando in 5 anni la sua produzione del 77% e compra sempre più semola; il Magreb devastato dalle crisi politiche è ormai un compratore e non un produttore; la Russia per via dell’embargo, è orientata alla vendita alla Cina. Inoltre la superficie coltivata a grano in Italia si è erosa passando da 1,4 milioni di ettari del 2016 a 1,22 del 2019.”
Da una analisi fatta il costo che un panificatore deve sostenere è di circa 2,80 euro al chilo, alcune differenze nell’organizzazione dell’azienda possono incidere di circa 10 centesimi in più o in meno.
“Per garantire le giuste condizioni di lavoro, il pagamento degli oneri richiesti e la dovuta tracciabilità e qualità delle materie prime presto dovremo uniformarci agli aumenti. – dichiarano i panificatori CNA – stiamo resistendo, ma in assenza di provvedimenti che pongano una soluzione dovremo applicare anche noi aumenti sul pane di pari passo con l’aumento dei costi”.
A livello nazionale le organizzazioni chiedono un tavolo “Grano-Pane” che colleghi la produzione di grano a beni primari. “Abbiamo scritto alle istituzioni perché sappiamo bene che produrre il pane fresco è una responsabilità neo confronti della comunità ed è giusto porre i problemi relativi alla sua produzione. Al Prefetto abbiamo chiesto un autorevole intervento per sensibilizzare il Ministro Patuanelli all’istituzione di questo tavolo, ma anche perchè essendo questo un territorio di produzione del grano, si potrebbe avviare un tavolo locale.”