Salvini lancia la candidatura del coordinatore siciliano della Lega Nino Minardo alla Regione. Arriva la risposta di Musumeci

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SICILIA – Il 2022 è vicino e per la Sicilia è l’anno delle elezioni regionali. Già tante le riunioni, i vertici, che in queste settimane si sono tenuti per trovare il giusto candidato. E nel centrodestra c’è fermento perchè la ricandidatura di Musumeci non piace a molti. A partire dalla Lega – che 4 anni fa sostenne l’attuale governatore – con il suo leader Salvini che lancia proprio oggi la candidatura di Nino Minardo, coordinatore proprio della Lega in Sicilia. 
“Minardo è giovane, con esperienza e ha consolidati rapporti di stima che lo fanno riconoscere dagli alleati come un interlocutore affidabile, ne parleremo al momento opportuno”. Queste le parole di Salvini in un’intervista esclusiva a “La Sicilia”, in cui rivendica “il dovere di guidare anche una regione del Sud” anche in considerazione degli equilibri nazionali del centrodestra.

 
Parole quelle di Salvini che non sono piaciute al presidente Musumeci che ha dichiarato: «Le dichiarazioni del segretario della Lega Matteo Salvini, apparse oggi su un quotidiano regionale, non possono cadere nel silenzio. Di primo acchito verrebbe da dire che appaiono stravaganti per chi dovrebbe avvertire una responsabilità diversa, di guida della coalizione tutta. Capisco la volata da tirare al suo partito, ma dichiarare di volere il sindaco di Palermo, quello di Catania e il presidente della Regione non dovrebbe portare a prendere seriamente la pretesa. Tuttavia, per chi ha la mia storia, c’è un profilo non trascurabile: delegittimare il presidente della Regione eletto direttamente dai siciliani, mentre lavora in una fase storica di crisi, indebolisce l’istituzione e danneggia la Sicilia. Ho rispetto di tutte le forze politiche e non sarò certo io a dividere il centrodestra, ma non sono più disposto a tollerare ambiguità. Se la Lega vuole costruire una prospettiva alternativa a questo governo regionale si assuma la responsabilità di uscirne e ci ritroveremo certamente più uniti dopo, quando – fallita ogni velleitaria ipotesi di favorire la sinistra con una divisione tra noi – si comprenderà che la prospettiva di rinnovamento dell’Isola passa dagli uomini che hanno la responsabilità di favorire il cambiamento. Non si può continuare a stare in un governo e contemporaneamente lavorare per logorarlo».
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