Il Tribunale di Roma ha riconosciuto la legittimità di applicare, per l’ultimo decennio, i più vantaggiosi tassi, previsti originariamente nella tabella riportata nella parte posteriore dei buoni fruttiferi e non quelli successivamente modificati e ridotti da Poste Italiane con
un semplice timbro aggiuntivo. Ai due risparmiatori interessati, assistiti dalla Federconsumatori “Etna Sud” di Mascalucia, rappresentata dall’avv. Daniele Di Grazia, il tribunale ha pertanto riconosciuto il diritto alla corretta liquidazione di Buoni fruttiferi postali, per oltre 110mila euro.
“La controversia – precisa l’avv. Daniele Di Grazia, responsabile della sezione legale della Federconsumatori provinciale di Catania – ha riguardato una questione annosa: l’applicazione del tasso di interessi riportato negli stessi Buoni postali e, poi, in corso di validità, modificato da alcuni Decreti Ministeriali”.
L’avv. Daniele Di Grazia, del foro di Catania, e che ha assistito i soci della Federconsumatori nella controversia dinanzi al Tribunale di Roma, aggiunge: “ nel caso specifico, la nostra contestazione ha riguardato l’ultimo decennio di validità dei Buoni fruttiferi postali, sottoposti alla modifica dei tassi, senza un adeguato provvedimento. Il timbro di modifica dei tassi apposto dall’ufficio postale si limitava infatti a regolare i tassi di interesse dal primo al ventesimo anno, omettendo di regolare i tassi che andavano dal ventunesimo al trentesimo anno. Per questo motivo il Tribunale di Roma ha ritenuto corretto applicare, per l’ultimo decennio, i tassi più vantaggiosi previsti originariamente nella tabella, riportata nel Buono fruttifero e non modificata dal timbro aggiuntivo”.
Il Tribunale di Roma, ha riconosciuto che gli interessi debbano essere liquidati sulla base della tabella riportata nel Buono fruttifero. Ma essa è incompleta, come nel caso al centro della controversia, perché mancante degli ultimi dieci anni, va integrata con quella messa a disposizione dei sottoscrittori, a suo tempo, presso gli Uffici postali.
Il Tribunale di Roma ha inoltre stabilito che, in caso di difformità tra il contenuto delle tabelle riportate a tergo nei buoni ed il tasso previsto normativamente, bisognerà dare rilevanza alle diciture riportate sui buoni”.
Il presidente provinciale della Federconsumatori di Catania, Salvo Nicosia, nel che è appena partita una class action dell’associazione per il riconoscimento dei giusti interessi maturati ai clienti di Poste Italiane per la serie Q dei buoni fruttiferi, sottolinea “l’importanza che i risparmiatori esaminino con attenzione i Buoni Postali che sottoscrivono, in quanto la differenza tra quanto vorrebbero liquidare Poste Italiane e quanto effettivamente dovuto, spesso, è notevole, come nel caso in questione, patrocinato dall’avv. Di Grazia: per ogni singolo Buono fruttifero, la differenza fra la somma che volevano liquidare Poste Italiane e quella disposta dal Tribunale è stata di circa 55mila euro”.