“Nella lunga, lunghissima, replica del presidente del Teatro Stabile ai sindacati sono nascoste una risposta non data e un’altra relegata così in fondo da risultare ben poco avvertita. Innanzitutto, restiamo ancora in attesa di sapere se il bilancio preventivo dell’ente sia stato sottoscritto dai soci istituzionali e, quindi, se la nuova stagione abbia adeguata copertura. O se, invece, il cartellone non sia stato presentato con eccessiva fretta. Fa piacere, al contrario, che nelle ultime quattro righe di una nota da 7 mila battute il presidente abbia voluto aderire alla richiesta di confronto più volte sollecitata da Uil e Uilcom”.
Lo affermano Enza Meli, segretaria generale della Uil di Catania, e Salvo Orlando, segretario generale aggiunto della Uilcom etnea, che aggiungono: “Adesso, il presidente dello Stabile sia conseguenziale e ci convochi. Come sempre, difenderemo le ragioni dei lavoratori. Di tutti i lavoratori, non solo dei nostri tesserati. Chi conosce la storia del movimento sindacale italiano, e particolarmente della Uil, sa bene che mai e in nessuna azienda sono state da noi avanzate, come invece scrive il presidente, richieste relativamente agli stipendi dei propri iscritti. Strano leggerlo, ancor più strano concepire un’affermazione di questo tipo. Piuttosto, per tutelare dignità e legittime aspettative di ciascun dipendente dello Stabile, ribadiamo qui la nostra rivendicazione di equità e trasparenza nei criteri di concessione dei bonus come nella definizione dei contratti. E ricordiamo che restano anche questi senza risposta i nostri solleciti sulla contrattazione di secondo livello, il riconoscimento di merito per i dipendenti e l’ormai indispensabile adeguamento della pianta organica”.
“Sul progetto artistico – continuano Enza Meli e Salvo Orlando – prendiamo atto della perfetta identità di vedute tra presidente e direttore artistico, ma sottolineiamo ancora una volta che lo Stabile rappresenta storia e identità di un popolo, orgogliosamente riconosciutosi in una lunga e prestigiosa tradizione di artisti etnei che va ora tenuta viva promuovendo e valorizzando gli attori e le produzioni catanesi e siciliani. Se pure un figlio illustre dello Stabile come Leo Gullotta ha recentemente deciso di rendere pubbliche le proprie perplessità sulle scelte dell’attuale direzione del Teatro, ciò meriterebbe qualche pacata riflessione. Non servono repliche piccate!”. I segretari di Uil e Uilcom concludono: “Pur nella diversità di opinioni, confermiamo come sempre la nostra disponibilità al dialogo. Per farlo, partiamo da qualcosa che ci accomuna. Ci riferiamo all’affermazione del presidente dello Stabile, che s’è dichiarato d’accordo con noi della Uil quando abbiamo ricordato come si debba innanzitutto ai sacrifici delle lavoratrici e dei lavoratori dello Stabile se gli anni di crisi e di timori per la stessa sopravvivenza dell’ente sembrano ora lontani. Ora, in nome di quei sacrifici, ci aspettiamo un passo avanti. Anzi, più di uno. Nell’interesse di tutti”.