La mostra "Amabili Resti" di Antonio Zagame inonda di bellezza il quartiere di San Cristoforo

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CATANIA – Le note dei giovani e talentuosi musicisti dell’orchestra “Musicainsieme di Librino”, diretta da Valentina Caiolo, come una speciale polvere di stelle e poesia, tra gli occhi stupiti dei presenti, hanno magicamente aperto le porte di ferro dell’ex acciaieria di via Della  Concordia, nella popolosa e popolare zona al limite di San Cristoforo, location anticonvenzionale e trasgressiva della mostra

“Amabili Resti” dell’artista catanese Antonio Zagame, dedicata alla madre scomparsa.

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Uno “Spazio immaginifico”, così ribattezzato dall’artista, dove la direzione artistica  curata da Liliana Nigro, grazie alle moderne ed innovative opere d’arte dell’autore,  punta a dare uno schiaffo culturale a tutto il mondo cattedratico convinto che l’arte si possa fare solo nei luoghi canonici come musei o gallerie d’arte.

“Antonino Zagame- dichiara il giudice Santino Mirabella- è da premiare ed applaudire per ben due volte, perché non solo sta distribuendo e regalando bellezza in un luogo dove lecito e illecito si confondono fino a diventare una sola cosa tra spartizione dello spazio e luoghi e persone da non disturbare ma soprattutto, perché può essere un esempio positivo da seguire per evadere da una certa mentalità criminale che cerca di formare sin dall’infanzia nuovi soldati per segnare il territorio”.

Testimonial della manifestazione l’artista ed attivista di fama nazionale Graziano Cecchini, il quale ha sottolineato come nelle opere di Zagame, già esposte alla Biennale di Venezia, ci sia la voglia di riscatto del sud e la capacità di raccontare il male dell’anima anche attraverso l’uso di materiale riciclato.

“I quadri, le sculture e tutte le creazioni di Antonio Zagame- spiega Graziano Cecchini- sono il futuro dell’arte moderna e contemporanea che non ha nulla da invidiare alle creazioni del Maestro Mimmo Rotella fino ad essere identificato come il suo alter ego e al quale auguro lo stesso futuro e la stessa fama”.

L’intera esposizione

trae vita dall’esperienza traumatica della morte della madre con personaggi delle fiabe come cartoni animati che diventano simboli di un’infanzia che cessa di esistere diventando mito irraggiungibile con il lutto più difficile da accettare e comprendere per un viaggio creativo tra le estensioni dell’io e ricostruire un nuovo supporto “incollato” con il proprio dolore”.

“L’arte non è mai per pochi eletti- sottolinea Liliana Nigro- ma far conoscere la bellezza di un quadro o l’emozione di un’installazione artistica a chi non sa neanche cosa possa nascere dal mischiare dei colori o accostare materiali diversi tra loro suscitando emozioni diverse significa dare un’alternativa a chi crede che non esista nulla di diverso dal proprio vissuto”.

Presenti all’incontro culturale padre Alfio Spampinato della parrocchia di Librino, Salvo Mirabella, presidente dell’Associazione di volontariato “Come le ginestre”, Tino Morabito ed alcuni membri dell’Associazione Nazionale Carabinieri, Agostino Sella presidente dell’Associazione Don Bosco 2000 insieme ai giovani migranti della colonia salesiana, il presidente dei festeggiamenti Agatini Riccardo Tomasello e gli assessori al Comune di Catania Michele Cristaldi e Alessandro Porto.

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