Comu veni si cunta #2 – Catania: il risveglio, come il paradiso, può attendere

- Pubblicità -

Poiché sono un uomo d’onore così come mi ero impegnato a fare la scorsa settimana questa sera affronterò il problema o il tema – fate voi – della conquista dell’ultimo posto da parte del sindaco di Catania nella classifica relativa al gradimento nei confronti dei sindaci italiani, stilata sulla base di un sondaggio, da  “Il Sole 24 Ore“.

Hanno fatto un po’ meglio di lui solo Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, penultimo e Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, terzultimo. Me ne occupo non perché sono risentito di non poterlo chiamare Salvuccio, come lo chiamano gli amici, ma perché abitare una città vuol dire sentirsene parte.

- Pubblicità -

E sentirsi parte di una città vuol dire assumere su se stessi la responsabilità di un rapporto che non può, né deve essere solo di fruizione passiva delle sue bellezze. Significa, per dirla in una battuta: contribuire tutti, ciascuno in base alle proprie possibilità, a correggere la rotta se la nave sta andando a sbattere contro gli scogli. Solo per questo fottutissimo motivo mi sono chiesto e chiedo come mai?

Perché i soggetti che sono stati “sondati” hanno collocato il nostro sindaco in testa agli ultimi? Visto:

● che il verde cittadino brilla di luce propria tanto da abbagliare quanti – indigeni e forestieri – vivono o arrivano in città;
● che il decoro urbano vive un momento di massimo splendore, tanto che molti primi cittadini guardano, come suol dirsi, all’erba del vicino, per migliorarsi;
● che i servizi pubblici, in particolare il servizio di raccolta rifiuti, ha raggiunto livelli di efficienza da far mangiare le dita ai sindaci di tante città del Nord e di importanti capitali europee;
● che l’ordine nel traffico cittadino – grazie anche al senso civico dei catanesi – è al top tanto da poter ambire al guinnes dei primati.

Insomma come si fa di fronte a questi veri e propri miracoli a collocare Salvo Pogliese all’ultimo posto? Comu si fa a confunniri l’oro cco chiummu? Solo gente senza cuore e partigiani (non nel senso di aver partecipato alla lotta di liberazione), ma perché di parte può rendersi responsabili di un tale misfatto. Ma si sa spesso i sondaggi sbagliano!

Che le cose non stiano come le ho sommariamente descritto – giocando sul filo dell’ironia – è testimoniato, oltre che dalle foto che arricchiscono questa trasmissione, anche:

● dallo stato di abbandono in cui versano tanti quartieri: Picanello, S. Cristoforo, Angeli Custodi, ecc;
● dal degrado che caratterizzano Corso Sicilia e Piazza della Repubblica, dove sostano in qualsiasi ora e del giorno tanti poveri cristi e la notte la trascorrono su giacigli di cartone o su vecchi e sudici materassi;
● dal disordine e dall’abusivismo che regnano al mercato di Piazza Carlo Alberto dove fanno bella mostra di sé, dopo la chiusura montagne di rifiuti lasciate dai feraioli, in particolare da quelli che vendono prodotti agro-alimentare, come se non fossero stati inventati i contenitori.

Ma sul piano delle responsabilità se Sparta piange Atene non ride! Fuor di metafora le stesse opposizioni balbettano – si perché in città non è vero che manca l’opposizione, anzi c’è nè in abbondanza, pensate ne esistono almeno tre… Di tutto questo e di tanto altro vi parlerò questa sera alle ore 20.00 nella rubrica di Hashtag Sicilia “Comu veni si Cunta“.

Seguiteci in prima visione alle ore 20.00 sulla nostra WebTv, ovvero i canali social Facebook, Youtube e IGTV.

Salvatore Bonura

- Pubblicità -