Intervista al fotografo Simone Magli, a cura di Gioia Lomasti ed Emanuele Marcuccio

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Simone Magli nasce a Pistoia, città dove vive e crea, il 30 Ottobre 1984. Si occupa di scritture brevi: poesie ermetiche e aforismi. L’altra sua attività che porta avanti è la fotografia, collabora con blog letterari e artistici, notiziari e riviste online locali, prestando sue foto principalmente per cultura e territorio o scrivendo articoli di taglio poetico. Pratica la fotografia artistica, in particolare si concentra sui dettagli urbani, attraverso i quali mette in luce composizioni geometriche e colorate, oppure immagini poetiche. Premi fotografici più rilevanti: Menzione De Albertis al decennale del Premio Internazionale Riccardo Prina (2020) con il progetto Sospiri; Terzo Classificato (sezione Fotografia) al Premio internazionale Quartiere Avignone in Arte e Mestieri I edizione (2021).

Mostre fotografiche: ha all’attivo quattro mostre fotografiche personali: Estasi Visive, presso ex Conservatorio San Giovanni Battista di Pistoia, novembre – dicembre 2009, Estasi Visive 2 e Accoglienza, entrambe presso la Coop di Pistoia, novembre 2010 e Verso la nazione delle Piante, presso i Magazzini del Sale del Palazzo Comunale di Pistoia, all’interno del Performance Art Festival 6, introdotto dal neurobiologo Stefano Mancuso, dicembre 2019. Ha poi esposto in due collettive: Artisti per Pistoia Capitale della Cultura 2017, presso Atrio del Palazzo Pretorio, Tribunale di Pistoia, settembre 2017 e Artistikamente 2, presso Associazione Culturale Artistikamente di Pistoia, gennaio 2018.

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Come e perchè ti sei avvicinato all’arte della fotografia? In che modo la tua “scrittura di luce” può trasmettere poesia dando così vita a una foto-poesia?

Mi sono avvicinato alla fotografia per il bisogno di scoprire maggiore poesia nel quotidiano, che in passato trovavo più vuoto e grigio. La fotografia mi è nata successivamente alla poesia e poi è diventata un percorso parallelo, perché spesso associo immagini a poesie o aforismi, anche haiku di tanto in tanto. Credo che una foto dia più forza al testo, se scelta bene e viceversa un testo può essere arricchito con un fotogramma ed acquistare più luce e forza. Sui social condivido spesso contenuti con foto e testi.

Cosa cattura di più la tua attenzione perché tu decida di immortalarlo in uno scatto fotografico? E in che modo l’autore cerca di esprimere nel fermo immagine attraverso il paesaggio circostante?

Sono colpito dalle piccole cose, che mi si rivelano attraverso la curiosità, donandomi stupore e meraviglia, mettendomi in contatto con il mio bambino interiore. Quindi possono essere dettagli urbani geometrici e/o colorati, oppure scene di strada, paesaggi etc. Credo di aver imparato ad andare “oltre lo sguardo”: in questo modo anche girando l’angolo o alzando gli occhi al cielo posso trovare qualcosa d’interessante. Il mio obiettivo è far apprezzare la banalità, mettendola sotto un’altra luce. Ad esempio inquadrare in un certo modo un dettaglio del quotidiano o mettere in evidenza un colore per far risaltare un paesaggio che altrimenti non si considera.

Come vivi l’arte della fotografia nel panorama artistico-culturale?

Io sono un autodidatta, ho letto di molti fotografi e visionato molte immagini, documentari e mostre, ma non ho mai fatto un corso fotografico. Per la fotografia che faccio io non ne ho bisogno, mi serve solo uno Smartphone con una buona fotocamera, da avere sempre in tasca, a disposizione, per scattare veloce, senza avere ingombri, mentre cammino per strade, sentieri, spiagge, etc.

Non appartengo a nessun circolo o gruppo fotografico, condivido la mia passione con i miei amici o in rete, attraverso i social o partecipando a concorsi fotografici o progetti da proporre per pubblicazioni su siti o blog artistici. Ogni tanto prendo parte a qualche mostra personale o collettiva se vengo ingaggiato.

Le tue realizzazioni vengono rielaborate tramite programmi appositi, oppure la luce che emanano è medesima allo scatto stesso?

Per elaborare utilizzo un paio di applicazioni che ho sullo smartphone, ma non stravolgo le mie foto, mi piace solo aumentare la luce e bilanciare i toni con un po’ di HDR, qualora ce ne sia bisogno.

Hai mai preso parte a progetti in co-partecipazione?

Sì, nel 2015 presso la Saletta dell’Assessorato alla Cultura di Pistoia, ho presentato un libro con fotografie abbinate a notizie e aneddoti su Pistoia, nato da una rubrica che ho curato su un quotidiano online di Pistoia. È stato un lavoro a quattro mani, perché ho collaborato con la giornalista e amica Giulia Baglini, che si è occupata di trovare le notizie da mettere nel libro. Hanno collaborato anche il fotografo pistoiese Massimo Luca Carradori e la professoressa Maria Lorello.

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