Un’occhiata al bilancio di previsione dell’anno 2021, ed alla finanziaria, basta per rilevare che anche quest’anno non un centesimo viene previsto per rimettere in piedi una politica che si ricordi dei siciliani all’estero.
Resta ben lontano quel 2012, quando vennero messe in bilancio le ultime somme in favore dei siciliani all’estero e di quelle associazioni regionali in possesso dei requisiti previsti dalla legge 55/80 e successive modificazioni. Il 2013 è stato il primo anno dell’oblio totale.
Un percorso iniziato dal governo Lombardo con la scomparsa della delega assessoriale all’Emigrazione ed ultimato dal governo Crocetta con la ripresentazione in bilancio solo per memoria della legge stessa. Per Memoria! Una brutta dizione che sa di cimitero.
Alla fine del 2013, ci fu un tentativo dell’Assessore protempore della Famiglia Esterina Bonafede che con decreto ha cercato di utilizzare 50.000 euro previsti per l’emigrazione. Un tentativo che non andò a buon fine, poiché un ricorso di un gruppo folcloristico che richiedeva un bando pubblico suscitò l’intervento di Crocetta che invece di proteggere le associazioni che ne avevano tutto il diritto e quindi gli emigrati siciliani, ritirò il decreto e la somma passò a residui attivi ed utilizzata ad altri fini. Da allora, NIENTE, silenzio assoluto.
E sì che nei vari bilanci dal 2013 in poi, si sono viste somme elargite ad associazioni, fondazioni, istituti di ogni tipo e genere, ma nemmeno un euro per le parecchie centinaia di migliaia di siciliani all’estero iscritti all’AIRE e per gli svariati milioni di siculo-discendenti.
A niente sono valse le pressioni delle associazioni che hanno cercato di coinvolgere tutti i gruppi presenti in Parlamento, a niente i convegni, i dibattiti sull’argomento promossi dalle associazioni nel corso di tutti questi anni. Ultimo in ordine di tempo, il convegno di Raddusa dal tema “la legge dimenticata” organizzato dal Coordinamento delle Associazioni Regionali Siciliane dell’Emigrazione (CARSE).
Tutte iniziative intese intanto a rimettere in funzione la Consulta Regionale dell’Emigrazione. A niente i vari tentativi di aggiornare lo strumento legislativo ormai ritenuto superato anche se resta di attualità, l’impianto generale. Un aggiornamento che tenga conto delle variazioni subite dall’emigrazione in questi decenni e della nuova emigrazione che continua a privare la Sicilia delle sue forze migliori.
Gli emigrati, nel nome del risparmio, sono stati tagliati fuori in questi ultimi nove anni dai bilanci regionali.
Anche se siamo convinti che sia necessario avviare una seria politica di austerità siamo altresì convinti di no, siamo convinti che la risposta che ci sembra più vicina alla verità sia quella che, malgrado la grande disponibilità riscontrata nell’attuale Assessore della Famiglia delle Attività Sociali e del Lavoro, sia ancora in atto un preciso disegno della politica siciliana in genere, di lasciate tutto nell’obblio.
Vanificare il grande lavoro fatto dalle associazioni regionali fatto in oltre cinquanta anni di attività. Non riconoscere il ruolo delle associazioni, quasi ignorandole, danneggiando in questo modo una categoria di organizzati, gli emigrati, che anche se costretti dalle vicende della vita a lavorare lontani dalla propria terra, questa resta nel loro cuore e nella loro mente.
Questa risorsa è quella che non viene tenuta in debita considerazione quando si trascura e si ignora il lavoro ed il ruolo delle associazioni. Riusciremo a richiamare l’attenzione sui nostri emigrati? Noi, il CARSE, ci stiamo provando, il tempo ci dirà se saremo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo o se invece il nostro ennesimo tentativo sarà caduto nel vuoto.
In ogni caso, la disponibilità dell’attuale Assessore ci lascia ben sperare. Se son rose fioriranno, come dice un vecchio proverbio.
Salvatore Augello