Il nuovo DPCM uccide i centri commerciali: da I Portali un grido d’allarme

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SICILIA – Il grido d’allarme lanciato dal Parco Commerciale I Portali, cuore dello shopping Siciliano: “Il provvedimento ignora uno dei momenti dell’anno più significativi per l’economia delle attività commerciali”.
È questo il grido di allarme e di protesta c
he tuona dal Parco commerciale I Portali di San Giovanni la Punta (CT), dopo il nuovo DPCM che prevede, fino al prossimo 6 gennaio, la chiusura dei Centri e dei Parchi Commerciali nei fine settimana e nei giorni pre festivi e festivi, mentre i negozi restano aperti fino alle 21.

Un provvedimento che tradisce lo shopping proprio durante il periodo natalizio nel quale, si auspicava, potessero aumentare le vendite e che rappresenta uno dei momenti dell’anno più significativi per l’economia e il bilancio delle attività commerciali.

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A fronte di questa situazione, è stata depositata, a cura dello studio legale Vocati,  una petizione parlamentare che richiede l’immediata esenzione della seconda rata IMU 2020, in seguito all’emergenza epidemiologica da COVID-19.  “Un’altra beffa – afferma la dott.ssa  Elisabetta Romeo, rappresentante legale dell’immobiliare I Portali -. Il Governo non ha previsto alcuna tutela in favore dei Centri Commerciali o di quelle società in possesso di considerevoli patrimoni immobiliari, colpite duramente e che potrebbero essere costretti ad una chiusura forzata”

“Dopo gli immensi investimenti che abbiamo affrontato per adeguare la struttura al protocollo per il contenimento Covid necessari per continuare a garantire la sicurezza dei nostri clienti e delle migliaia di operatori che vivono grazie al grande hub economico del centro, con questi DPCM schizofrenici che ci costringono ad un continuo  apri e chiudi, si stanno causando danni irreversibili ad uno settori portanti per l’economia del nostro Paese – ribadisce la Dott.ssa Romeo, – il governo centrale dimentica che i costi di gestione non sono ad intermittenza, noi abbiamo contratti pluriennali, dobbiamo comunque pagare le utenze di svariate centinaia di migliaia di euro mensili; i costi di gestione unitaria, per mantenere attiva l’imponente macchina, sono immani e gli operatori non riescono più a farvi fronte. A ciò si aggiungono le imposte per il possesso di un importante patrimonio immobiliare, con l’aggravio dei costi necessari per adeguarsi all’emergenza epidemiologica, oltre che maggiori servizi, oggi indispensabili per la salute pubblica. Non c’è nessuna forma di “ristoro” che ci permetta di non rischiare il collasso finanziario. Tali danni non si sono ripercossi solo sulle singole vetrine, ma anche e soprattutto nei confronti del Parco Commerciale, inteso come azienda unitaria. Non è possibile ipotizzare un danno limitato ad una parte del sistema economico del parco, ma solo nel suo complesso. Stiamo rischiando il fallimento di tutti i nostri commercianti; combattendo tra le difficoltà dei locatari più deboli, l’aumento di spazi sfitti tra le location retail, un rendimento operativo netto volatile e il repricing degli investimenti retail.

Il parco commerciale I Portali, costituisce un punto di riferimento per la Sicilia orientale, sia in termini di posti di lavoro, con oltre 110 negozi, che di rilevanza sociale per il territorio etneo ed è tra i luoghi più sicuri e controllati, dotati di tutti i dispositivi previsti dalla legge che garantiscono le misure di contenimento.

L’azienda sta anche valutando, unitamente ad altri centri commerciali, la possibilità di impugnare il nuovo Dpcm davanti al Tribunale Amministrativo , ritenendo fortemente lesiva la disparità di trattamento, rispetto a strutture di vendita, caratterizzate da analoghe dimensioni e rischi di affollamento ed assembramento, con codici ATECO diversi, ma indicati nei rispettivi decreti-legge.

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