Un nome, o meglio, una lettera può cambiare la vita di una persona? Sì per Eduardo Saitta, che nella sua nuova commedia “Un uomo come pochi” impersona uno scrittore di romanzi alle prese con questo disagio.
Il protagonista della storia, Eduardo Molise, è infatti costretto a lottare per difendere la propria personalità: lo disturba enormemente sentir il suo nome storpiato nel più comune Edoardo. Lo disturba a tal punto che dopo l’ennesimo errore di un critico Molise sospenderà addirittura l’uscita del suo ultimo libro, nel tentativo disperato di risolvere una situazione per lui ormai insostenibile.
Un suggerimento della sorella però gli permetterà di trasformare il suo “gemello” Edoardo in un arma: il fratello verso cui dirottare tutte le scocciature quotidiane, dal vicino fastidioso fino all’Agenzia delle Entrate.
«Una storia a tratti autobiografica – spiega Saitta –, dato che spesso anche il mio nome viene storpiato. È una cosa alla quale tengo molto ed allora ho pensato cosa potesse fare un uomo con il mio stesso “problema”. Questo naturalmente è stato solo il pretesto che mi ha permesso di dare libero sfogo alla fantasia per scrivere qualcosa che non scadesse nell’ovvietà. ».
Molise appunto si farà prendere la mano dalla vicenda, dovendo ricorrere addirittura ad inventare una fantomatica madre calabrese pronta a giustificare l’operato dei propri “figli”.
«Una commedia – aggiunge l’autore – che vuole giocare con la vita di tutti i giorni, perché solo giocando bisogna affrontare il quotidiano, compresi quei problemi che a volte ci privano del sorriso».
Filosofia che l’attore e regista della commedia ha scelto dunque di trasferire a pieno nel suo testo, che vedrà in scena anche il maestro Salvo Saitta nel ruolo di un bizzarro funzionario dello Stato e Caterina Saitta nei panni della sorella di Molise. Completano il cast Aldo Mangiù, Massimo Procopio, Franco Arena e Valeria Chiodelli.
Da giovedì in scena al teatro Piscator di Catania fino a domenica 15.