CATANIA – Un orizzonte ancora non esplorato in grado però di rivoluzionare l’industria edile. Grazie al progetto dell’ing. Matteo Vitale, dottorando in “Valutazione e mitigazione dei rischi urbani” del dipartimento di Ingegneria civile e Architettura (Dicar) dell’Università di Catania, infatti, sarà possibile la realizzazione di materiali per l’edilizia dagli agrumi.
Il progetto nasce dalla consapevolezza che l’eccessivo consumo energetico del patrimonio costruito, associato all’importante problema dell’impiego di risorse naturali, vede sempre più necessario l’applicazione dei principi dell’economia circolare in edilizia. D’altro canto, le crisi economiche in corso mettono sempre più a dura prova le preziose risorse di cui è ricco il Sud Italia. Da qui l’intuizione dell’ing. Vitale, che insieme al suo tutor didattico Santi Maria Cascone, ordinario di Architettura tecnica nel Dicar, ha dato vita ad un progetto di ricerca volto a valorizzare il territorio siciliano con una ricerca in ambito di bioedilizia. Il progetto rappresenta un esempio concreto di economia circolare poiché vede la realizzazione di un materiale innovativo da una risorsa ampiamente diffusa in Sicilia, le arance. Le potenzialità di questo sottoprodotto in ambito di edilizia erano fino ad oggi sconosciute, così sono stati realizzati dei campioni di pannello autoportante per edilizia utilizzando esclusivamente le arance, senza l’aggiunta di leganti o additivi chimici esterni.
Il pannello è stato ottenuto dalla lavorazione dello scarto di trasformazione dell’agrume, denominato pastazzo. Questo prezioso impasto possiede delle ottime proprietà necessarie a costituire il pannello ed è composto della parte esterna della scorza, della parte interna bianca e dei residui di semi e polpa rimasti dopo la spremitura dell’agrume. Il prodotto, infatti, riesce ad “autoincollarsi” senza l’aggiunta di additivi chimici, spesso inquinanti o pericolosi per la salute. Inoltre, dagli studi condotti dall’Ing. Vitale il pannello possiede delle ottime proprietà termoisolanti, in linea ai prodotti per l’edilizia attualmente in commercio, ed in alcuni casi migliori.
L’innovativa ricerca ha permesso perciò di depositare un brevetto dal titolo “Pannello termoisolante a base di scarti di agrumi e metodo di produzione” a nome dell’Università di Catania e con il supporto dell’ufficio brevetti. Le buone proprietà ne consentono l’utilizzo in edilizia, come pannello di isolamento termico e acustico delle pareti esterne degli edifici. Ma, considerando il fatto che esteticamente il pannello risulta simile al sughero, altre applicazioni del materiale potrebbero essere un utilizzo come rivestimento di pareti o come pannello per controsoffitti, nonché nel settore dell’arredamento e del design.
La coltivazione delle arance può quindi diventare un’opportunità preziosa per il mondo dell’edilizia, soprattutto nelle aree Mediterranee dove si concentra la sua maggiore produzione a livello mondiale. Basti pensare che la percentuale di scarto per unità di prodotto trasformato è più del 50%. Il sottoprodotto può quindi essere reperito in grandi quantità dagli scarti di trasformazione industriale agricola oppure può essere facilmente raccolto dai distributori automatici di succhi.
Oltre che delle buone prestazioni termiche, il pannello possiede delle ottime qualità ambientali. Il materiale, interamente ottenuto da prodotti di scarto, può essere reperito in grandi quantità e brevi distanze, così da avere un materiale a km zero. Inoltre, non utilizzando leganti chimici e non subendo processi e trattamenti industriali a base di prodotti chimici inquinanti, il materiale risulta completamente biologico e sostenibile. Il principio di una architettura verde è spesso interpretato in senso estetico ed esteriore. In questo caso un pannello totalmente naturale entra nell’edificio e nei componenti che lo compongono, diventandone parte integrante nel pieno rispetto dei valori etici della sostenibilità ambientale. La sostenibilità è infatti intesa durante tutto il ciclo di vita poiché, oltre al riutilizzo di materiali riciclati, il prodotto può essere riciclato senza creare rifiuti inquinanti. La formazione di possibili muffe è ad esempio risolvibile tramite l’aggiunta di un additivo completamente naturale che agisce da biocida e ne previene il deterioramento.
Le prospettive future della ricerca sono quelle di veder applicato questo biomateriale in edilizia tramite prototipi in scala reale. L’utilizzo di questo materiale rappresenta quindi una valida opportunità per realizzare materiali altamente sostenibili a partire dall’agricoltura del territorio.