ROMA – Riparte il tour di MOVITI FERMA, il nuovo album della cantautrice siciliana Eleonora Bordonaro, considerato uno dei cinque dischi in dialetto più belli della stagione dalla giuria delle targhe Tenco – circa 300 tra giornalisti e critici musicali.
La Bordonaro, che aveva dovuto interrompere il tour di presentazione del disco a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, ritorna sul palco accompagnata da Puccio Castrogiovanni (marranzano, mandolino, fisarmonica e percussioni) e Marco Corbino (chitarra).
Il 9 luglio sarà a Roma all’Artificio – La fabbrica delle arti (ore 21, via Monte Ruggero 44) e il 10 a Scandiano in provincia di Reggio Emilia, nell’ambito della 25esima edizione del Festival Mundus (ore 21,30 Cortile della Rocca). Altre date si aggiungeranno a breve; intanto sono confermate quelle di due importanti appuntamenti per la presentazione ufficiale dell’album in formazione completa e con ospiti: il 19 e 20 dicembre al Teatro Bertold Brecht di Formia e il 21 all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Tratto dal nuovo lavoro discografico, il live della Bordonaro è intimo e dirompente. Uno spettacolo composito e corale dove la teatralità della lingua siciliana si scioglie nell’intreccio ritmico di marranzano e percussioni. La cantautrice costruisce connessioni artistiche per un omaggio alla creatività dell’area etnea, in cui autori e musicisti rinvigoriscono il patrimonio culturale siciliano con i suoni della contemporaneità.
“Moviti ferma” è un racconto individuale, intriso di femminilità, potenza e fierezza. Un album sorprendente, prodotto da Puccio Castrogiovanni e pubblicato da Finisterre, un disco d’autrice contemporaneo, che va oltre la tradizione. Senza retorica, né desiderio di compiacere. Nervoso ed elettrico nel senso di pieno di linfa, “gioiosamente arrabbiato, con i piedi radicati al suolo, gli occhi al cielo e il coltello in mano”, come dice la Bordonaro. Il titolo si riferisce ad un modo di dire tipico di Paternò, città d’origine della musicista, dove “muvirisi” non significa muoversi ma restare. “Un ossimoro, della lingua e del pensiero – spiega lei – che svela l’atavico dualismo tra evolversi o resistere, tra partire e restare. Tra il desiderio di andare e la condanna all’immobilità. Per fortuna. Di questo e di corpo e di desiderio parla ‘Moviti ferma’”.