Dalla Sicilia e in tutto il Paese, il welfare di Prossimità di Fondazione Ebbene

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CATANIA – Oltre 30.000 persone si sono rivolte ai nostri Centri, più di 200 volontari coinvolti e un modello, quello di Prossimità, che nelle sue sfaccettature e nelle sue forme è diventato sempre più concreto.

Questi i numeri ma soprattutto le azioni che descrivono il 2019 di Fondazione Ebbene, la prima fondazione nazionale di Prossimità, che dalla Sicilia ha sperimentato e diffuso in tutto il Paese un modello di welfare che guarda alla rigenerazione delle persone e delle comunità come percorso indispensabile per lo sviluppo e la crescita dei territori.

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Un anno di storie, volti incrociati, persone accompagnate e spazi rigenerati, tutto raccontato e descritto nel Bilancio Sociale 2019, approvato nei giorni scorsi,  che sancisce una nuova fase per Fondazione Ebbene. Una fase in cui si mette a disposizione del Paese, in maniera ancor più puntuale e specifica, il welfare di Prossimità che in questi anni è stato sperimentato in tutto il territorio nazionale e che oggi costituisce un approccio fondamentale per la ripresa sociale ed economica del Paese.

«I 12 mesi descritti nel Bilancio di Responsabilità Sociale – dichiara Edoardo Barbarossa, Presidente di Fondazione Ebbene, in occasione dell’assemblea dei soci che si è svolta nei giorni scorsi con l’approvazione del bilancio – sono densi di un’azione costante messa in campo per riscoprire il talento di ogni persona e costruire una relazione che sia “paritaria”. Con Ebbene abbiamo immaginato che l’Economia Circolare possa avere come obiettivo le persone, anche gli ultimi, anche quelli che vengono definiti scarti possono essere accompagnati per divenire nuova umanità».

L’ultimo anno, ancora più degli altri, è ricco di storie di persone che insieme a Ebbene hanno vissuto un processo di rigenerazione che ha consentito loro di riprendere in mano la propria vita.

Sebastiano, anima coraggiosa, è un papà che ce l’ha fatta e che grazie al progetto costruito dagli operatori di Prossimità è riuscito a ricongiungersi con la sua famiglia sotto un nuovo tetto. Claudia, giovane mamma del quartiere di Quarto Oggiaro, è diventata anima pulsante della sartoria sociale che in una zona “scomoda” del milanese riconnette le persone alla Comunità, tessendo i contorni di storie dense di Prossimità. E ancora Michele, Francesco, Sabrina guardano dal cuore di Villa Fazio a Librino un futuro a colori lontano dal grigio dei palazzi.

Ma il 2019 si caratterizza anche per il grande lavoro sull’approccio svolto dai Centri di Prossimità e che proseguirà nel 2020 per confermare la scelta di mettere in campo le Quattro A, Accoglienza, Ascolto, Accompagnamento, Autonomia, dove protagonismo e reciprocità diventano le chiavi di quel welfare di prossimità pensato come modello e agito come missione per generare lo sviluppo dei territori e delle comunità.

Il 2019 lascia a Ebbene percorsi costruiti attraverso tanti nuovi progetti, specie quelli che trasferiscono la logica della Prossimità alle Comunità Educanti o nelle periferie. Ma anche nuove relazioni strategiche sui territori e in campo nazionale, per costruire nuovi strumenti che consentano di non lasciare indietro nessuno, di ripensare il welfare del Paese, di trovare ne generatività il tratto distintivo di una nuova Economia.

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