ROMA – “Sarebbe nefasto e sbagliato tagliare risorse pubbliche per gli investimenti nel Mezzogiorno, spostandole su altre voci di spesa o a beneficio di altri territori, in particolare quelle a valere sul ciclo 2014/2020, per giunta senza avere rassicurazioni rispetto al ripristino delle stesse in futuro e, soprattutto, nella prossima programmazione 2021/2027. Il ritardo di sviluppo del Mezzogiorno rispetto al resto del Paese rischia di essere ulteriormente appesantito dalle conseguenze economiche e sociali della crisi in corso”.
Ad affermarlo è Mauro Lusetti, Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, anche a nome dei Copresidenti Maurizio Gardini e Giovanni Schiavone, in riferimento all’ipotesi di destinare ad altre zone del Paese le risorse destinate agli investimenti pubblici nel Sud, formulata nella bozza del documento elaborata dal Dipe “L’Italia e la risposta al Covid-19”, di cui si sono lette alcune anticipazioni sulla stampa.
“Abbiamo sempre sostenuto – sottolinea Lusetti – la necessità di rispettare in pieno la clausola della proporzionalità della spesa in conto capitale alla quota di popolazione, in modo da assicurarne al Mezzogiorno non meno del 34%. Una misura che, pur tardiva e non ancora pienamente operativa, rappresenta un modo per rimediare allo squilibrio registrato nella destinazione di risorse pubbliche per investimenti, che dal 2000 al 2018 è stata, in media, inferiore di quasi 8 punti percentuali all’anno rispetto a quella che il Sud avrebbe dovuto ricevere”.
“Sospendere di fatto l’efficacia di questa clausola, come accadrebbe se la bozza fosse confermata – aggiunge il Presidente dell’Alleanza – significherebbe sottrarre al Mezzogiorno, già profondamente segnato dagli effetti di una lunga recessione, risorse indispensabili per la realizzazione di infrastrutture materiali, tecnologiche e sociali che possano rilanciarne lo sviluppo”.
“Comprendiamo – conclude Lusetti – la necessità di reperire risorse per affrontare le conseguenze della drammatica crisi in corso, ma non si può pensare di farlo a spese del Sud; per questo invitiamo il governo a non dare corso alle ipotesi trapelate, studiando percorsi differenti che rispettino i livelli di investimento in funzione del riequilibrio complessivo dei divari all’interno del Paese“.