Quando lo Stato tassa anche i bonus elargiti dagli imprenditori: un paradosso tutto italiano

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Non tassare l’integrazione volontaria che alcuni imprenditori vogliono erogare in favore dei propri dipendenti come aggiunta alla cassa integrazione. Alcuni imprenditori, infatti, per andare incontro alle esigenze dei dipendenti che con la cassa integrazione hanno subito una contrattura delle entrate, hanno deciso di intervenire con dei bonus: questi, però, sono tassati come se si trattasse di normali stipendi. 

“Per capire meglio facciamo un esempio: se un datore di lavoro elargisce una erogazione aggiuntiva alla cassa integrazione di 300€, ne pagherà circa un 40% in più di tasse e il dipendente sarà sottoposto a prelievo fiscale per circa il 20%. A conti fatti, l’imprenditore sborsa in totale circa 420 euro e il lavoratore percepisce di fatto 260 euro”, come ci spiega il consulente del lavoro Maurizio Di Bella. 
Da qui la richiesta dell’esenzione fiscale e contributiva delle erogazioni liberali che imprenditori generosi vogliono elargire nei confronti delle proprie risorse umane. 
“C’è anche un precedente – aggiunge il dottor Di Bella: nel 2012 dopo il sisma in Emilia venne applicata l’esenzione totale. Ecco perché chiediamo che anche in questa grave emergenza si possa applicare ciò”.
Tra coloro che avanzano questa richiesta c’è anche un imprenditore ragusano, Stefano Ricca: “per noi il valore dell’azienda sono le persone e non possiamo abbandonare i nostri dipendenti che dall’oggi al domani avranno una entrata mensile di circa il 40% in meno: per questo abbiamo deciso di intervenire”.
Per la Ricca IT s.r.l. significa, a conti fatti, aiutare 36 dipendenti: l’azienda, che opera dal 1998 nel mercato informatico e nello della System integration e Cyber Security, dunque non vuole lasciare soli questi lavoratori. 
Ricca IT basa la sua strategia sulla centralità dell’uomo ponendo ognuno allo stesso livello ma con funzioni diverse; non esiste una differenza nella filiera Vendor, Fornitore, Azienda, Cliente ma solo una differenza di ruolo, il rispetto, l’etica ed il valore sono alla base del rapporto della Ricca IT con tutti gli stackholder. La massimizzazione del profitto non è il driver del successo aziendale ma un indice che indica il buon andamento dell’azienda”.
Accanto a questa lodevole iniziativa, l’amministratore delegato Stefano Ricca, ci dice che la sua azienda ha aderito a una seconda campagna, “io pago i fornitori” per evitare che anche altre aziende abbiano problemi di liquidità: “nonostante tutto sia fermo, non vogliamo bloccare del tutto l’economia e abbiamo deciso di perseguire queste due strade, da un lato un sostegno ai fornitori e dall’altro un aiuto ai nostri collaboratori. Per questo la detassazione dell’erogazione volontaria sarebbe auspicabile”, conclude Ricca.
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