“La gestione dei rifiuti in Sicilia è disastrosa, il governatore tragga le conseguenze politiche di questo fallimento. Il sindacato è pronto alla mobilitazione”.
È un quadro nero quello ricostruito da Fit Cisl e Cisl siciliane sul tema della gestione dei rifiuti nell’isola, e che richiede, affermano dal sindacato, “interventi immediati e risolutivi per evitare che l’emergenza scoppi e si consolidi in tutti i territori”.
Città invase dai rifiuti, interi quartieri ridotti a vere e proprie pattumiere a cielo aperto a causa dei servizi inadeguati, 1,8 miliardi di euro il debito accumulato dai 27 Ato dell’Isola, il continuo mancato rispetto delle ordinanze regionali sul passaggio dei lavoratori alle Srr da parte dei sindaci, le Srr create solo sulla carta, la perdita di oltre mille posti di lavoro in tutta la regione nel settore, negli ultimi anni, e il rischio già dal prossimo anno di dover inviare fuori, con costi esorbitanti, i rifiuti dell’Isola a causa della saturazione delle discariche. Sono questi i principali nodi, tutti irrisolti, della vertenza rifiuti in Sicilia.
“Da tempo sollecitiamo – spiegano Mimmo Milazzo segretario Cisl Sicilia, Amedeo Benigno segretario Fit Cisl Sicilia e Dionisio Giordano, segretario Fit Cisl Ambiente – un tavolo di crisi permanente con istituzioni regionali, Anci e parti sociali, per programmare gli impianti individuando le risorse da utilizzare e procedere alla realizzazione dell’infrastrutturazione; far fronte alla inadeguatezza dei servizi di raccolta. Contestualmente, stabilire con certezza le modalità applicative della legge 9 sul transito del personale, evitando così la frammentazione e la confusione causata dalla legge 3 del 2013 sugli Aro, voluta dal governo regionale”.
“Le nostre richieste sono rimaste inascoltate, a questo punto è ora che il governo nazionale proceda al commissariamento della gestione dei rifiuti in Sicilia e che il governatore ne tragga le conclusioni logiche e politiche. La figura di un commissario appare quanto mai necessaria per velocizzare e snellire gli iter della costruzione di impianti e del passaggio dei lavoratori alle Srr, atto indispensabile per avviare una nuova fase della gestione dei rifiuti in Sicilia”
Ad allarmare il sindacato, anche il terreno della legalità. Tanto che nei mesi scorsi la Cisl, anche insieme a Cgil e Uil, ha sollecitato un intervento dell’Anac e di varie procure dell’isola per chiedere “la verifica di legittimità delle modalità di assegnazione dei servizi, da parte dei Comuni, attraverso l’utilizzo strategico delle procedura di urgenza”.
Inoltre a preoccupare il sindacato, oltre ai disservizi, è lo stato della raccolta differenziata, ferma a quasi il 13 per cento. Ancora, la carenza di infrastrutture adeguate allo smaltimento, e il mancato rispetto delle regole sul passaggio dei lavoratori, che sta causando anche la perdita del posto nonostante il diritto alla riassunzione sia previsto dalle ordinanze regionali. Finora, infatti, secondo il quadro ricostruito dal sindacato, le 18 Srr sono state costituite ma le uniche ad aver avviato il passaggio dei lavoratori dagli Ato sono state la Kalat di Caltagirone e in parte la Srr Trapani Provincia Sud.
“Bisogna dare immediata esecuzione alla legge 9 del 2010, approvare le dotazioni organiche delle Società di regolamentazione rifiuti, avviare il transito dei lavoratori dipendenti degli Ato alle Srr anche in presenza di ordinanze contingibili e urgenti dei singoli comuni, come prevedono le ordinanze”.
Sul tema della raccolta, la Cisl insiste sulla necessità del potenziamento della differenziata. “Bisogna portare il ciclo integrato dei rifiuti con raccolta differenziata al 65%, attraverso il recupero dei materiali, il riuso e il riciclo, compresa la possibilità di recupero energetico. Invece, ancora per i prossimi anni, purtroppo, sarà necessario fare ricorso alle discariche proprio perché il progetto della differenziata si è sviluppato in pochissime realtà e il rischio è che, in assenza di impianti, già dal prossimo secondo semestre 2017 i rifiuti debbano essere trasportati fuori dalla regione, con costi esorbitanti”.
“Per fare un esempio, la sesta vasca della discarica di Bellolampo di Palermo potrebbe esaurirsi già il prossimo luglio, e scaricare le 900 tonnellate giornaliere di rifiuti del capoluogo siciliano in altri siti della Sicilia creerebbe concatenanti effetti negativi sull’intero sistema regionale, non solo per i costi”.
Il tema dell’impiantistica, poi, secondo il sindacato, “è strettamente connesso con la governance del sistema, con la programmazione di un vero ciclo integrato dei rifiuti, con l’esigenza di differenziare e recuperare materiali, con la produzione di energia, e con la riduzione dei costi di conferimento in discarica”.
Intanto cresce l’indebitamento dei Comuni e degli Ato. “Il sistema dei rifiuti – rimarcano Fit e Cisl – è strettamente connesso con il tema della sostenibilità finanziaria che è pubblica attraverso il pagamento della Tari, ed è ormai insostenibile la deficitaria lotta delle amministrazioni locali all’evasione e all’elusione fiscale ma ancor più grave appare la non volontà di molte amministrazioni, a volte per incapacità manifesta, persino di recuperare le somme da coloro che risultano iscritti a ruolo. Non è più sostenibile pensare che le riduzioni del costo dei servizi siano a discapito di lavoratori e anche dei cittadini, che pagano la Tari, per i servizi scadenti offerti”.