CATANIA – Si è svolta questa mattina una riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal Prefetto, al fine di fare il punto della situazione sulle attività volte a rafforzare la sicurezza delle aree rurali della provincia, sotto il profilo della prevenzione e del contrasto dei fenomeni criminali caratterizzati anche da attività predatorie su mezzi e prodotti agricoli.
All’incontro, hanno partecipato il Questore, il Comandante provinciale dei Carabinieri, il Rappresentante del Comando provinciale della Guardia di Finanza, il Dirigente Generale del Corpo Forestale della Regione Siciliana, il Dirigente del Compartimento della Polizia Stradale della Sicilia Orientale, i Sindaci e rappresentanti dei Comuni di Acireale, Aci Catena, Adrano, Biancavilla, Castel di Iudica, Giarre, Grammichele, Licodia Eubea, Militello in Val di Catania, Mineo, Palagonia, Paternò, Ramacca, Santa Venerina, Scordia, Vizzini e Zafferana Etnea, ed i rappresentanti provinciali della Coldiretti e della Confederazione Italiana Agricoltori.
La riunione odierna, segue una serie di incontri tenutesi fin dalla fine dello scorso anno, allo scopo di avviare e mettere a sistema un’attività di complessiva implementazione dei servizi interforze di controllo del territorio rurale della provincia con l’intervento della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, compresi i Corpi speciali, delle Polizie Locali, dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste e della Polizia Stradale.
Al riguardo, è stato esposto il modello di vigilanza e controllo che ha già dato lusinghieri risultati nell’ambito del comprensorio Calatino in occasione della campagna agrumicola del 2018 con l’obiettivo di estenderlo ai rimanenti territori a significativa vocazione agricola della provincia. A tal proposito, infatti, sia i Sindaci del Calatino che i produttori agricoli hanno espresso vivo apprezzamento per il sostegno e la costante presenza dello Stato che ha fortemente contribuito ad elevare la percezione di sicurezza e l’attrattività di questo territorio.
In particolare, sulla base dei dati rilevati dalle Forze dell’Ordine nonché sulle segnalazioni ricevute dagli operatori del settore, è stato elaborato un innovativo sistema di controllo del territorio applicato, in via sperimentale volto a favorire sia una incessante attività di repressione e presidio del territorio che ha prodotto risultati particolarmente incoraggianti sia la predisposizione di un modello integrato di sicurezza delle aree a rischio esemplificato nella redazione di una mappa dei rischi, funzionale a consentire un controllo capillare ed efficace di aree particolarmente esposte al fenomeni dei furti.
In particolare, nel corso della riunione è stato esposto il risultato del lavoro svolto da un gruppo tecnico costituito in Prefettura ai fini della cennata mappatura tematica delle aree a rischio, precisando che si tratta di un modello suscettibile di essere replicato ed esteso alle altre realtà rurali quali l’area pedemontana ed acese nella consapevolezza che la produzione agricola costituisce un patrimonio da salvaguardare con il contributo di tutti gli interessati.
In proposito, il Prefetto ha confermato quanto dichiarato dai Sindaci del Calatino in merito alla salvaguardia della produzione di agrumi e di uva in ordine all’ importanza dei risultati ottenuti sul campo, atteso che attraverso l’intensificazione dei controlli volti al contrasto dei furti di agrumi sono stati raggiunti obiettivi altrettanto importanti quali una più incisiva lotta al fenomeno del “caporalato” -sono state controllate 43 aziende agricole e le posizioni di 250 lavoratori – nonché un maggiore controllo sulla salubrità dei prodotti immessi sul mercato di vendita attraverso specifici controlli effettuati su tutta la filiera di produzione compresi i mercati rionali e quelli di grande distribuzione dove, riscontrata la presenza di merce non genuina per la salute dei consumatori finali, sono state sequestrate 12 tonnellate di agrumi non tracciati.
Il Prefetto ha, altresì, sottolineato la necessità di agire ancora attraverso tre strumenti prioritari già individuati nelle riunioni che si sono svolte nei primi mesi dell’ anno:
- attivazione di un sistema di videosorveglianza in ambito rurale, da finanziare con fondi messi a disposizione dal Ministero dell’Interno a favore della Regione Sicilia. Il lavoro di mappatura delle aree a rischio consentirà di individuare le strade, i crocevia e le zone da monitorare;
- messa a regime di un sistema di sicurezza sussidiaria invitando i produttori agricoli a consorziarsi per l’impiego di “guardie giurate” da utilizzare, previo rilascio dei prescritti permessi ed autorizzazioni, per il controllo delle aree rurali in stretta collaborazione con le Forze di polizia territoriali;
- incentivazione del livello di coinvolgimento dei territori, anche attraverso il coinvolgimento delle aree ove ricadono produzioni agricole “sensibili” al fine di pervenire ad un modello di sicurezza partecipata in cui il ruolo delle Amministrazioni comunali deve risultare centrale sia mediante il coinvolgimento della cittadinanza, sia attraverso collaborazione istituzionale in termini di uomini e mezzi da adibire ai cennati controlli.
In tale contesto il Prefetto ha rinnovato l’indicazione ai Sindaci affinché pongano in essere ogni sforzo compatibile con le risorse disponibili, per collaborare alla realizzazione del sistema integrato di sicurezza delle aree rurali prospettato, anche facendosi portavoce presso le comunità locali per incoraggiare i produttori e coltivatori a denunciare gli atti delittuosi e a segnalare per tempo alle Forze dell’Ordine la presenza di persone e auto sospette.
Al riguardo sono stati programmati due ulteriori incontri tecnici rispettivamente per l’area pedemontana e per la zona dell’acese, al fine di verificare la modalità di replicabilità del modello sperimentale messo in atto nel calatino.