CATANIA – Si è tenuto ieri pomeriggio, 30 novembre nell’auditorium dell’ex palazzo Esa di Catania, un convegno dal titolo “Imprese di comunità e nuovi modelli di welfare locale”.
Hanno partecipato – tra gli altri – Steni Di Piazza (Sottosegretario Ministero del lavoro e delle politiche sociali), Angela Foti (deputata all’Ars M5S), Jacopo Sforzi (ricercatore di Euricse e autore del volume “Imprese di comunità. Innovazione istituzionale, partecipazione e sviluppo locale”), Pietro Ambra (vicepresidente nazionale Confcommercio Giovani). Ha moderato il dibattito Agostino Marottoli – CEO Assistant e Direttore Operativo CDSHotels Sicilia.
“Quello che abbiamo presentato a Catania – ha detto il sottosegretario alle Politiche Sociali Steni Di Piazza – è un disegno di legge utile per costruire e rafforzare un terzo pilastro che ci piace chiamare comunità. Perché, di fatto, vogliamo che si valorizzino tutte quelle belle esperienze sociali ma anche profit, in particolare che utilizzano il profitto per crescere e per restituirlo alla propria comunità. Se in Sicilia riuscissimo a rivitalizzare e a premiare le imprese di comunità, anche con agevolazioni come defiscalizzazione e decontribuzione, potremo creare le condizioni affinché i nostri ragazzi possano scegliere di scommettere su questa terra, senza dover necessariamente emigrare”.
“La proposta di legge – ha detto il senatore Emiliano Fenu – mira innanzitutto a introdurre nel codice delle imprese sociali la definizione di impresa di comunità e a definire e ad ampliare il novero delle attività che possono essere svolte. In particolare, per la Sicilia, abbiamo studiato di inserire le imprese di comunità nel numero di attività che possono avere la prelazione e i requisiti per la gestione dei beni confiscati alla mafia”.
Nel corso del suo intervento la deputata regionale del Movimento Cinque Stelle Angela Foti ha ripercorso l’iter dell’approvazione della legge regionale: “L’impresa sociale è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Sono promotrice della legge regionale 25 del 2018 che offre uno strumento operativo che definisce i compiti, i fini e i criteri operativi per l’iscrizione nell’albo siciliano di chi fa impresa. Un’impresa i cui benefici si riverberano sulla società: uno strumento per offrire lavoro e per far rimanere i siciliani nella propria terra”.
“Una legge sull’impresa di comunità – ha concluso la senatrice Tiziana Drago, promotrice dell’evento – ha una valenza notevole nell’ambito del sistema di famiglia. Proprio la famiglia rappresenta, in piccolo, un vero e proprio prototipo di impresa che produce beni e servizi. Economia, infatti, significa etimologicamente “gestione della famiglia”. Quanto più una famiglia è nelle condizioni migliori e serene tanto più sarà nelle migliori condizioni per produrre “relazioni” che sono dei beni immateriali ma fondamentali”.
“Un altro vantaggio che determina la sistematizzazione delle imprese di comunità, grazie al disegno di legge presentato, – ha concluso la senatrice – è quello dell’incremento demografico, specie in quelle comunità colpite da uno spopolamento incessante. Ciò può determinare anche uno sviluppo economico legato all’indotto che si crea attorno ai nuovi nati”.