Imprese e internazionalizzazione: alla scoperta della Croazia

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A seguito della dissoluzione dell’ex Iugoslavia nel 1991 è sorto un nuovo Stato indipendente, la Croazia. Una Nazione situata nel cuore dell’Europa centrale e specificatamente nella penisola balcanica. Confina a nord con la Slovenia, a nord-est con l’Ungheria, a est con la Serbia, a sud con la Bosnia-Erzegovina e il Montenegro, mentre a ovest è affacciata sul Mare Adriatico; ha oltre 1.500 chilometri di costa, con circa 1.185 tra isole e isolotti. Morfologicamente il Paese è distinto in tre zone con caratteristiche climatiche, geografiche e culturali diverse: il bassopiano panonico, nella parte orientale del paese; la zona montuosa delle Alpi Dinariche nella parte centrale; la costa adriatica. All’interno il clima è continentale, con estati calde e inverni rigidi. La costa adriatica gode per contro di un clima mediterraneo, caratterizzato da inverni temperati e piovosi ed estati soleggiate e secche. Il fuso orario è lo stesso dell’Italia. Ha una popolazione pari a 4.400.000 abitanti; una superficie di 56.542 chilometri quadrati; la capitale è Zagabria; altre città importanti sono: Spalato, Zara, Ragusa (Dubrovnik), Fiume e Osijek.

La popolazione in prevalenza è composta da croati (89%), con una minoranza di serbi (4,5%), ungheresi (0,5%) e circa 40.000 italiani.

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L’emigrazione dalla Croazia è stata molto significativa: i croati residenti all’estero sono oltre 2 milioni; la comunità più numerosa è quella residente negli Stati Uniti. La lingua ufficiale è il croato. Nelle principali città costiere dell’Istria vige il bilinguismo (italiano e croato). Nella capitale e nei centri turistici costieri è diffuso l’inglese e in parte il tedesco. La religione prevalente è la cristiano-cattolica (87%), seguita da quella cristiano-ortodossa e dall’islamismo sunnita.

Ordinamento dello Stato e suddivisione amministrativa

La Croazia è una Repubblica parlamentare con una propria Costituzione nata nel 1990, poi parzialmente modificata. Il sistema legislativo dal 2001 ė basato su un’assemblea composta da una Camera dei Rappresentanti con 152 componenti eletti a suffragio universale per 4 anni (di cui 8 riservati alle minoranze etniche). Il Presidente della Repubblica viene eletto a suffragio universale con un mandato di 5 anni. Questi ha il potere di nominare e revocare il Primo ministro e i ministri e di indire le elezioni.

Dal punto di vista amministrativo il Paese è suddiviso in 21 contee chiamate zupanije, oltre alla zona amministrativa della capitale Zagabria. Dal 1 luglio del 2013 la Croazia fa parte dell’Unione europea diventando il ventottesimo Stato dell’Unione. È anche membro del Consiglio d’Europa, della NATO, dell’ONU, dell’OCSE, del WTO, osservatore dell’OAS.

Situazione economica

Anche nel 2018 è continuata la fase espansiva dell’economia croata, in atto dalla fine del 2014 con una crescita del 2,6%. Il PIL pro-capite è pari a 16.815 $. L’economia croata è basata prevalentemente sull’industria leggera, sul terziario e sul turismo che rappresenta una fonte di reddito molto importante. Le zone turistiche più visitate sono la costa dalmata e le città storiche di Ragusa (Dubrovnik), Spalato, Zara. Il Paese vanta sei siti iscritti nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità e otto Parchi Nazionali. Il turismo contribuisce con una quota del 20% al PIL.

Per quando riguarda l’agricoltura si coltiva mais, frumento, patate, barbabietola da zucchero, vite e olivo. Dalle foreste – che coprono più di un terzo del territorio – si ricava legname in gran parte esportato. I settori industriali più significativi sono il settore cantieristico, siderurgico, metallurgico, chimico, petrolchimico, meccanico, alimentare e tessile.

Interscambio con l’estero e con l’Italia

La Croazia commercializza principalmente con i Paesi europei, in particolare con quelli dell’Unione. I partner più importanti sono: Italia, Germania, Slovenia, Russia e Bosnia-Erzegovina. Negli ultimi anni è aumentato notevolmente l’interscambio con la Cina. Importa:

    • macchinari e attrezzature industriali
    • mezzi di trasporto soprattutto autoveicoli
    • combustibili (petrolio greggio e altri prodotti dell’industria petrolchimica)
    • beni intermedi e semilavorati (ferro e acciaio, prodotti in metallo )
    • medicinali, abbigliamento e cosmetici.

Esporta:

    • mezzi di trasporto
    • motori, macchine e apparecchi elettrici
    • materie plastiche e prodotti chimici.

Per quando riguarda la bilancia commerciale con l’estero nel 2018 le esportazioni sono aumentate del 3,8% e le importazioni del 8,5%, quindi con un saldo negativo in peggioramento rispetto agli anni precedenti. Relativamente all’interscambio con l’Italia i principali prodotti importati sono:

    • macchinari per l’edilizia
    • macchine agricole
    • macchine per la lavorazione del legno, apparecchiature per la lavorazione della plastica
    • attrezzature ed equipaggiamenti per il trasporto (per la nautica in particolare).

Esporta legno grezzo o semilavorati in legno, pelli grezze non conciate, prodotti chimici e materie plastiche. Tra la Croazia e l’Italia sono stati sottoscritti accordi importanti volti ad evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali (firmato a Roma nel 1999); l’accordo per la promozione e protezione degli investimenti e l’accordo in materia di cooperazione. Altra importante intesa è il memorandum italo-croato sulle piccole e medie imprese che prevede meccanismi di collaborazione finalizzati al trasferimento di know how e di esperienze tra le PMI.

Sistema infrastrutturale

La rete stradale si estende per quasi 30mila chilometri, l’89% asfaltata; le autostrade (con il completamento della Zagabria-Spalato e il tratto sino alla frontiera slovena dell’autostrada Fiume–Trieste che permettono anche il collegamento tra la capitale e i centri turistici della Dalmazia e la connessione con Ungheria e Serbia la Croazia ha risolto tantissimi problemi di mobilità interni ed esterni al paese) hanno superato i 1500 chilometri. Le ferrovie contano circa 2.605 chilometri, di cui 970 chilometri elettrificate. Gasdotti ed Oleodotti contano rispettivamente 2.662 e 610 chilometri. I porti principali sono sei: Rijeka, Pula/Pola, Spalato, Ploèe, Dubrovnik, Sibenik, recentemente potenziati grazie ai fondi messi a disposizione dall’Unione europea. Gli aeroporti più importanti sono quello di Zagabria, Ragusa e Spalato.

Parchi Industriali e Zone Franche

Le Zone Franche in Croazia rappresentano aree in cui le operazioni economiche vengono eseguite in base a condizioni particolari. Sono state create con l’obiettivo di incentivare gli investimenti esteri e lo sviluppo di aziende nazionali. Alle imprese che si insediano all’interno di queste zone sono garantite le seguenti agevolazioni:

    1. esenzione dal pagamento dell’IVA, che è del 25% (ad eccezione dei generi di prima necessità, per le quali si applica un’aliquota del 5% e del 13% per i servizi di alloggio con prima colazione in alberghi e strutture similari);
    2. esenzione dal pagamento dei dazi doganali;
    3. esenzione fiscale per 5 anni dell’imposta sul reddito delle società a favore di chi costruisce edifici e investe più di un milione di Kune (circa 130.000 €).

A favore delle imprese, che possono essere persone fisiche o giuridiche croate e straniere, sono altresì previsti minori obblighi amministrativi e burocratici. Nel Paese ci sono 18 Zone Franche tutte operative, tra queste ricordo quelle di Osijek, di Pula, di Zagreb, di Vukovan, di Podi-Sibenik, e di Splitsko-Dalmazia.

Norme sugli investimenti esteri

Gli investitori stranieri sono equiparati a quelli locali a favore dei quali operano una serie di incentivi che vanno dalle agevolazioni a favore delle microimprese al sostegno nella creazione di nuovi posti di lavoro, nella formazione professionale delle maestranze, nei progetti di sviluppo e di industrializzazione per le zone colpite dalla guerra, ecc. Vengono concessi incentivi fiscali anche senza l’obbligo della creazione di nuovi posti di lavoro per iniziative finalizzate alla modernizzazione del processo tecnologico della linea di produzione o degli impianti industriali esistenti. Tra le tante norme vigenti mi soffermo su una quella che prevede il pagamento di una aliquota ridotta al 10% per 10 anni, se si investono almeno 500.000 € e si creano 10 posti di lavoro; se si investono invece 1.350.000 € e si creano 30 posti di lavoro l’aliquota si riduce al 7% sempre per un periodo di 10 anni, che scenderà al 3%, sino ad azzerarsi se si investono almeno 8,1 milioni di € e si creano 75 posti di lavoro. Non esistono disparità di trattamento tra investitori stranieri e investitori locali. Le aziende straniere possono investire il loro capitale in una società, in una banca, in una compagnia di assicurazione, così come possono avviare un’attività, anche artigiana e richiedere lo sfruttamento di risorse naturali. Esistono piccole restrizioni nel campo del possesso di immobili, in particolare di terreni agricoli e foreste, che si superano registrando l’attività in loco. Non esistono limitazioni al rimpatrio dei capitali e dei profitti, i profitti però potranno essere rimpatriati dopo la chiusura dei bilanci.

Sistema Fiscale

Il sistema fiscale è semplice ed efficiente. La tassazione sulle persone fisiche è la seguente: 24% su redditi complessivi (imponibili) fino a 210.000 Kune all’anno (circa 28.000 €), 36% sulla parte del reddito che supera le 210.000 Kune all’anno. Le persone fisiche, oltre alle imposte statali sui redditi, sono assoggettate al pagamento di possibili imposte locali con un’aliquota compresa tra il 10 e il 30%, varia a seconda dal numero degli abitanti. La tassazione sul reddito delle società è il 12% se nel periodo di imposta è stato realizzato un fatturato inferiore ai 3.000.000 di Kune (circa 400.000 €), 18% se nel periodo di imposta è stato realizzato un fatturato superiore ai 3.000.001 Kune. L’imponibile fiscale è maggiorato del 50% delle spese di rappresentanza. Gli utili reinvestiti nella società non determinano alcun abbattimento fiscale. Le imprese sono soggette all’imposta sugli utili o sui redditi societari. L’imprenditore che esercita in forma individuale può decidere di pagare l’imposta sugli utili o quella sul reddito.

Costo Fattori Produttivi

Salario medio operaio: 600-850 € al mese;

Stipendio medio impiegato: 1200 – 1300 € al mese;

Stipendio medio dirigente: 3.000 – 3.200 € al mese.

Tutti gli altri fattori produttivi hanno un costo medio inferiore del 25-30% rispetto all’Italia.

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