Intervista a Sergio Silvestrini, segretario nazionale Cna: "Nel Mezzogiorno non prevalga la logica assistenziale"

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CATANIA – Sinergia tra gli artigiani, la Magistratura e le Forze dell’Ordine per tutelare le imprese sane e portare allo scoperto le sacche di abusivismo presenti sul nostro territorio. E’ la sintesi dell’assemblea territoriale di Cna Catania, svoltasi ieri alla presenza dei vertici regionali e nazionali dell’associazione. Le conclusioni dell’incontro, nel pomeriggio, sono state affidate al segretario nazionale Sergio Silvestrini, che in questa conversazione con Hashtag Sicilia riassume la posizione dell’associazione sull’abusivismo, ma anche sulla manovra economica e sulla strategia per il Mezzogiorno. 

“Il tema dell’abusivismo interessa le nostre imprese in tanti settori – dice Silvestrini – si tratta di una slealtà, di una concorrenza scorretta che mette in grande difficoltà gli artigiani. Abbiamo posto il problema e siamo lieti che la Procura e le Forze dell’Ordine abbiano risposto oggi [ieri, ndr] al nostro invito. E’ segno di attenzione e di convergenza di interessi, ognuno per la sua parte. Noi vogliamo mettere in campo un’idea di reciproco interesse. Perché è interesse di tutti che venga tutelata l’impresa sana. E’ vero, spesso l’abusivismo nasce da condizioni di oggettiva difficoltà economica. Ma noi non siamo certo per la caccia all’uomo, sebbene l’abusivismo ci crei enormi problemi”.

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La soluzione proposta dal segretario nazionale, e ribadita dagli organi provinciali durante i lavori, implica una risposta culturale. “Servono i controlli, gli accertamenti, le ispezioni, certo – dice Silvestrini – ma anzitutto serve formazione per i consumatori. L’abusivo spesso lavora male, spessissimo non verifica la qualità del prodotto. In alcuni settori, penso per esempio all’estetica, può esserci anche un rischio per la salute. Da questo punto di vista è importante la formazione, gli incontri nelle scuole, con i giovani. Questo è ciò che proponiamo, sollecitando una risposta ai massimi livelli”.

Il segretario si sofferma anche sulla situazione economica del nostro Paese. “L’Italia ha bisogno di una buona dose di investimenti per svilupparsi – attacca Silvestrini – sono vent’anni che siamo fermi, e vent’anni vuol dire una generazione. Subiamo le angherie di una crisi che stenta a passare, è vero, ma ci sono temi strutturali che vanno risolti. Pensiamo alla pressione fiscale: il nostro Centro Studi nazionale ci dice che il total tax rate sfiora il 60% del reddito prodotto, una cifra che non ha eguali in Europa. I nostri massimi concorrenti, i tedeschi, pagano sui loro redditi il 40%. Questa differenza ci dà l’idea delle difficoltà che devono affrontare oggi i nostri artigiani”.

Nessuna speranza, dunque? No, se riusciamo ad invertire la rotta. “Bisogna pagare meno per pagare tutti – sintetizza il segretario nazionale di Cna – i piccoli operatori e i lavoratori autonomi devono essere messi nelle condizioni di pagare le tasse senza finire con le spalle al muro. Al momento non ci sembra che le misure messe in campo dal Governo siano all’altezza di questa sfida. Abbiamo bisogno di più investimenti, privati e pubblici, perché una società che non investe è una società che non consuma, e una società che non consuma è destinata al ristagno. Serve un colpo d’ala, insomma, un’iniezione di fiducia. Un Paese che ha paura, che vive nell’insicurezza, è un Paese che si disgrega”.

La fotografia dell’Italia di oggi, purtroppo. “E’ un vero peccato, perché siamo una grande nazione, con immense possibilità che vanno sfruttate – conclude Silvestrini – Per il Sud, ad esempio, più che di nuove misure c’è bisogno di sfruttare al meglio quelle che già esistono. Penso ad un migliore utilizzo dei fondi strutturali, dei fondi nazionali, al livello della burocrazia che è pesantissimo in tutta Italia ma qui ancor di più. E poi il Mezzogiorno deve passare da una logica assistenziale ad una logica di impresa. Troppe persone lavorano nel pubblico impiego, poche nel settore manifatturiero, nei servizi, nell’artigianato. Invertire questa tendenza sarebbe la vera svolta di cui hanno bisogno Catania, la Sicilia e il Mezzogiorno”.

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