CATANIA – Il Comune di Catania, da tempo in dissesto, ha una pianta organica carente di diverse figure professionali. Perché non attivare, come è già stato fatto a Roma, progetti per impiegare i beneficiari del Reddito di cittadinanza in servizi utili alla collettività? Lo propone il gruppo consiliare del M5s, in una mozione – prima firmataria Lidia Adorno – indirizzata al sindaco Pogliese e alla sua giunta.
Il Rdc, misura di garanzia del diritto al lavoro e di contrasto della povertà, è legge già dalla fine di marzo. Ma i beneficiari, per continuare a percepire il sostegno economico, devono stipulare il patto per il lavoro o per l’inclusione sociale, con il dovere di svolgere lavori da 8 a 16 ore a settimana.
Nella sfera di attuazione del Rdc, i comuni hanno oneri amministrativi e organizzativi: verifica del soggiorno e della residenza, valutazione del nucleo familiare e predisposizione del patto, cura delle banche dati, segnalazione di situazioni irregolari e attivazione di progetti utili alla collettività in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni.
Ai comuni, tra l’altro, sono state assegnate le risorse residue del “Fondo Povertà” per il rafforzamento degli interventi e dei servizi sociali, pari a 347 milioni per il 2019, 587 milioni per il 2020 e 615 milioni per il 2021, che possono essere utilizzati anche per ulteriori oneri amministrativi ed organizzativi.
“Chiediamo al sindaco di predisporre le procedure amministrative affinché il Comune possa utilizzare i percettori del Reddito di cittadinanza, per migliorare i servizi resi alla collettività. Sentiamo spesso parlare di carenza di organico nelle strutture comunali e al contempo sappiamo che molti fruitori sarebbero entusiasti di poter lavorare e rendersi utili per la comunità. Ecco, – dice Adorno – adesso ne avrebbero la possibilità: finalmente, oltre a percepire un reddito, vedrebbero restituita dignità alla propria vita. C’è chi si è permesso di parlare male di questa misura e adesso che l’iter è più completo auspichiamo possa ravvedersi e comprendere meglio i benefici collettivi oltre che individuali che, grazie al Rdc si sono messi in moto, senza dimenticare la spinta propulsiva verso un’economia altrimenti in crisi.”