CATANIA – Sarà Manuela Ventura la conduttrice della serata “Catania per AIRC”, al Bellini, il prossimo 10 novembre, con il concerto jazz di Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura. Nello spirito di generosa collaborazione che distingue soci, volontari e testimonial della Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro), l’attrice catanese ha accolto da subito l’invito della Delegazione AIRC di Catania che organizza l’annuale manifestazione.
“Sono felice ed emozionata – ha commentato Manuela Ventura, impegnata in questi giorni nelle prove di una nuova produzione teatrale in programma a novembre al Metropolitan di Catania – di dare il mio contributo a questa grande manifestazione. Come ha detto al Quirinale il nostro Presidente Sergio Mattarella, nel presentare l’edizione 2019 de “I giorni della ricerca” dell’AIRC, “il tumore si vince in squadra”. Ecco, nel mio piccolo, sono orgogliosa di far parte di questa squadra”. La Ventura, che il 21 novembre torna sul grande schermo con Antonio Albanese e il suo Cetto La Qualunque nel film “Cetto c’è senzadubbiamente”, a breve sarà di nuovo nel sud-est della Sicilia, sul set di “I Burn”, con il regista americano Brandon Kidd e una storia che si muove tra scienza e fede
Obiettivo della serata di domenica 10 novembre, che vedrà sul palco del Teatro Massimo Bellini il trombettista jazz Paolo Fresu e il pianista e bandoneista Daniele di Bonaventura, è quello di raccogliere fondi da destinare alla ricerca scientifica, finanziando alcuni progetti dei poli universitari siciliani. “Nel 2018 – sottolinea il Presidente AIRC Comitato Sicilia, Prof. Riccardo Vigneri – il Comitato Tecnico Scientifico nazionale della Fondazione AIRC ha destinato alla Sicilia 1,5 milioni di euro a sostegno di 13 progetti di ricerca e 2 borse di studio (nel 2017 la somma assegnata era stata di 900.000 euro per 5 progetti). A conferma della generosità dei siciliani, da sempre vicini alle iniziative AIRC tanto da collocare la regione fra le prime in Italia per quote di donazioni, a fianco di regioni più ricche e dal PIL più consistente”. Il concerto-evento al Bellini è inserito nel calendario nazionale 2019 de “I giorni della ricerca AIRC” e ha come media partner la RAI con finestre quotidiane dedicate al tema della ricerca scientifica nei programmi del palinsesto di radio e tv.
Alla raccolta fondi di “Catania per AIRC” partecipa anche l’Ame (Associazione Musicale Etnea). Spiega il presidente, Biagio Guerrera: “Abbiamo sposato da subito il progetto della Delegazione AIRC di Catania, mettendo a disposizione il concerto di Fresu previsto nel cartellone 2019-20 per questa nobile iniziativa. Il nostro personale contributo, come associazione culturale profondamente radicata nel territorio etneo e con una storia decennale e prestigiosa alle spalle, sarà quello destinare ad AIRC l’intero incasso della serata tra biglietti e quota abbonamenti”.
Partner dell’evento “Catania per AIRC”, quest’anno è Fideuram, la private bank del gruppo Intesa-San Paolo che, focalizzata per sua mission sulla ricerca dell’eccellenza e la determinazione nell’affrontare nuove sfide, condivide con AIRC i valori fondanti del sostegno alla ricerca scientifica per sconfiggere il cancro.
Per il concerto “Catania per AIRC. Fresu e di Bonaventura al Bellini” biglietti da 15/25/35 euro (più diritti di prevendita: 2€ per platea e palchi; 1.50€ per galleria) nel circuito Box Office. Info 095.506848, cell. 3331879440 – 3492411995 – 3389224603, email del.catania@airc.it.
GLI ARTISTI
A proposito di Fresu e di Bonaventura: conosciutisi con il progetto “Mistico Mediterraneo” – opera creata insieme al celebre ensemble vocale corso A Filetta e pubblicato poi su disco dalla tedesca ECM – Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura hanno scoperto una profonda affinità sviluppando una poetica comune in diverse esibizioni dal vivo tra cui il progetto concertistico ispirato a Corto Maltese, l’indimenticabile personaggio delle avventure a fumetti disegnate da Hugo Pratt. Sono queste esperienze ormai quasi decennali ad averli portati all’idea di incidere in duo, per esplorare una dimensione espressiva più intima in cui il trombettista sardo e il bandoneonista marchigiano cercano e ritrovano la poesia dei piccoli suoni e di un gesto musicale non magniloquente ma proprio per questo ancora più espressivo e significativo in un’epoca di crescente rumore e pressione acustica. L’attenzione è tutta sui colori generati dal soffio che scorre nei pistoni degli strumenti di Fresu e fa vibrare le ance del bandoneon di di Bonaventura: in questo senso va la rinuncia del trombettista all’uso dei suoi fedeli effetti elettronici, che vengono invece usati nelle esibizioni dal vivo del duo, come significativi sono i passaggi in cui sono i suoni del metallo percosso da Fresu o quello dei tasti premuti a vuoto da di Bonaventura a fare da accompagnamento ritmico: segni sonori ispirati alla miglior tradizione di quello che potrebbe essere definito l’umanesimo strumentale del jazz in cui la presenza di rumori “parassiti” restituisce la fisicità del rapporto con gli strumenti musicali, dal soffio del tenore di Ben Webster al ronzio del basso di Charles Mingus: essenziale in questo processo la prospettiva sonica curata da Stefano Amerio.