«Quando sono partito per Oxford ero scettico. Uno studente del profondo Sud-Europa che va a competere con i migliori studenti provenienti da atenei come Oxford, Sorbona di Parigi o Grenoble potrebbe non avere molte chance e, invece, ho visto che il mio bagaglio culturale e scientifico mi permetteva di confrontarmi egregiamente con gli altri finalisti. Tuttavia, è stato davvero sorprendente sentire pronunciare il mio nome dalla giuria di esperti indipendenti per essere premiato con il “Best Solution Award”, promosso dall’EIT Health Traslational Fellowship Program al College St’Anne dell’University of Oxford».
Angelo Nicosia, 27 anni, dottorando in Scienze dei Materiali e Nanotecnologie del dipartimento di Scienze chimiche dell’Università di Catania originario di Caltanissetta, stenta ancora a credere che la sua idea imprenditoriale – il progetto di ricerca dal titolo “Nano-HyGPS: A nano defence against bacterial contaminations” sviluppato all’interno del Laboratorio Polimeri dell’ateneo catanese sotto la supervisione del prof. Placido Mineo – abbia sbaragliato la più quotata concorrenza. E ribadisce che si tratta del «primo premio internazionale, con l’orgoglio maggiore di aver vinto con un progetto totalmente sviluppato a Catania» rimarcando la “marca” etnea del prodotto.
La ricerca – che riguarda lo sviluppo di un processo innovativo per sintetizzare un nano-ibrido polimero-grafene avente proprietà antibatteriche, da utilizzare in una nuova generazione di dispositivi biomedicali più sicuri per l’uomo e più eco-sostenibili – è stata illustrata dal giovane dottorando nel corso dell’evento EIT Health Translational Fellowship Program – dal 5 al 16 agosto scorsi – dopo una preselezione tra i migliori candidati delle università partner del programma pan-europeo (Karolinska Institute di Stoccolma, l’Università della Sorbonne di Parigi, l’Università di Coimbra, l’Università di Grenoble, la Oxford University, l’Università di Koln, l’Università di Leiden) e non solo.
«Il progetto nasce dalla necessità di sostituire una sostanza organica clorurata comunemente utilizzata per rendere le superfici antimicrobiche – spiega Nicosia –Questa sostanza, nel tempo, ha dimostrato di essere un interferente endocrino che può provocare malformazioni e si accumula negli organismi viventi. Al fine di ovviare a questo problema, nasce il progetto di ricerca che consiste nello sviluppo di un sistema nanotecnologico applicabile su numerose superfici polimeriche, capace di garantire proprietà antibatteriche senza sviluppo di farmaco-resistenza nei batteri e di effetti collaterali sugli organismi viventi».