Non si può certo dire che i giorni che ci lasciamo alle spalle siano stati privi di notizie, molte delle quali, purtroppo, tragiche. Dall‘uccisone di due cuginetti a Vittoria, ad opera di una bestia piena di alcool e droga, all’omicidio di una donna – avvenuto per mano dell’ex marito in un lido di Savona – che richiama il tema del femminicidio e la necessità di leggi adeguate in materia. E ancora lo sfratto di alcune famiglie a Roma, con un bambino costretto a spostarsi portando con sé pochi libri, o la scomparsa del grande scrittore Andrea Camilleri avvenuta proprio nelle scorse ore.
Ma oggi non parleremo di nessuno di questi argomenti. Stasera ci soffermeremo sull’incrocio dei dati di alcuni istituti specializzati – tra cui Migrantes e Almalaura – che rivelano una verità sconvolgente in merito alla cosiddetta fuga dei cervelli. Secondo questi dati, infatti, soltanto nel 2017 sono andati via dall’Italia 33.000 diplomati e 28.000 laureati. In cinque anni si sono recate in Germania, Inghilterra e Francia qualcosa come 155.000 persone. Ma a colpire è che la fuga non riguarda soltanto le regioni del Sud, come siamo abituati a pensare, ma anche il Nord ricco e produttivo.
Dalla Lombardia sono andati via circa 30.000 diplomati e laureati, dall’Emilia-Romagna 12.800, dal Veneto 11.800. Dati che colpiscono se si pensa che dalla Sicilia sono partiti 11.600 giovani, mentre dalla Puglia “soltanto” 8.900. Un dato nuovo, che dovrebbe preoccupare in merito alla capacità del nostro Paese di trattenere i propri talenti dopo averli formati e preparati, invece di “regalarli” ad altre Nazioni con grave danno economico, sociale e civico.
Da cosa dipende questa diaspora? E come si può contenere questo fenomeno? Scopritelo nella puntata di stasera di “Dentro la notizia”, a partire dalle 20.00 qui e sulla nostra pagina Facebook!
N.B.: IL VIDEO SI ATTIVERA’ AUTOMATICAMENTE A PARTIRE DALLE 20.00