Esami di Maturità: in Sicilia 47.700 studenti impegnati nella prima prova, tra Ungaretti e Gino Bartali

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SICILIA – 520mila in italia, 47.700 in Sicilia: sono i maturandi 2019. Per loro oggi è arrivato il primo giorno con la prima prova, italiano scritto, del nuovo esame di maturità.

Divieto tassativo per i candidati di utilizzare cellulari, smartphone, pc e qualsiasi altra apparecchiatura elettronica in grado di accedere alla rete o riprodurre file e immagini, pena l’esclusione dall’Esame. Si è cominciato alle 8.30 con l’apertura delle buste con le sette tracce per la prova, che serve ad accertare la padronanza della lingua, le capacità espressive e critiche.

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I maturandi hanno potuto scegliere tra sette titoli raggruppati in tre tipologie: analisi del testo; analisi e produzione di un testo argomentativo; riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità.

«Il porto sepolto», confluita nel 1942 nella raccolta L’allegria, di Giuseppe Ungaretti è una delle tracce per la prima prova. E poi Corrado Stajano e «Eredità del Novecento». E anche Leonardo Sciascia, da «Il giorno della civetta».

La traccia del secondo testo argomentativi parte da un testo tratto da Steven Sloman – Philip Fernbach “L’illusione della conoscenza”. 
“Istruzioni per l’uso del futuro” partendo da un testo dello storico dell’arte e saggista Tomaso Montanari è una delle tracce della maturità. Anche il ciclista Gino Bartali, partendo dall’articolo del giornalista Cristiano Gatti pubblicato su Il Giornale, per il connubio tra sport e storia e infine una traccia sul generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ucciso in un attentato mafioso a Palermo nel 1982.
Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha voluto rivolgere ai candidati il proprio messaggio di incoraggiamento.
«Un momento fondamentale nell’esperienza umana e formativa che va vissuto con un’emozione, senza lasciare spazio all’apprensione. Voi giovani rappresentate la scommessa vincente del mondo, gli artefici di una nuova umanità. Lo siete grazie a questi preziosi anni di formazione e al lavoro dei tanti insegnanti che credono, ancora, nella sacralità laica dell’Istruzione. Vi abbraccio con la stessa emozione di un padre che accompagna i propri figli davanti al cancello di scuola. In bocca al lupo!».
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