La piazza catanese di Zingaretti: "Date fiducia al PD unito, mandiamo a casa i gialloverdi"

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CATANIA – La piazza etnea di Nicola Zingaretti non sarà strabordante, ma intanto è stata l’unica. Nessun altro leader nazionale ha scelto il capoluogo per la campagna elettorale per le Europee nel collegio isole. Il nuovo segretario del PD – quasi un siciliano ad honorem, vista la parentela con l’attore che interpreta il Commissario più amato di sempre – è stato accolto nella centralissima piazza Manganelli da alcune centinaia di fedelissimi, riuniti dai vari big – o meno big – del partito. Ed è stata festa grande, malgrado tutto.

Ci sono i candidati siciliani nel collegio, la capolista Caterina Chinnici, l’altra uscente Michela Giuffrida, il medico lampedusano Pietro Bartolo e l’outsider Virginia Puzzolo. C’è il segretario provinciale Enzo Napoli e quello regionale Davide Faraone, lo stesso che Zingaretti aveva annunciato si sarebbe dovuto mettere in discussione. In vista delle Europee, tuttavia, l’ascia di guerra pare sepolta. Ci sono i sindaci, Nino Di Guardo da Misterbianco e Giovanni Burtone da Militello in Val di Catania. Ci sono gli ex deputati regionali e nazionali, da Anthony Barbagallo a Giuseppe Berretta, fino ad un ciarliero Vladimiro Crisafulli che contempla la piazza assiso al tavolino del bar. E ci sono Concetta Raia e Angelo Villari, quest’ultimo reduce dalla manifestazione della mattina sul dissesto della città di Catania.

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E ancora l’eterno consigliere comunale Lanfranco Zappalà, accompagnato dal figliolo, e l’ex assessore della giunta Bianco Saro D’Agata. A proposito, manca proprio Enzo Bianco: l’ex sindaco aveva annunciato che ci sarebbe stato, salvo non pervenire all’ultimo momento. La delusione è palpabile, ma lo spettacolo deve continuare. Il Segretario arriva in piazza ed è subito circondato dalla folla bramosa di foto e selfie, persino di autografi al suo libro il cui titolo richiama una canzone di Lucio Dalla. Tutto concesso con ampi sorrisi e prodigalità (quasi) renziana. Per poi andare al sodo attaccando dal palco i  titolari del Governo gialloverde.

“Finalmente comincia ad emergere la verità: Salvini e Di Maio fingono di litigare, ma vogliono governare insieme per altri quattro anni – dice il segretario dem – e questo non credo sia un annuncio ma una minaccia per il nostro Paese. È di ieri la notizia che verranno tagliate le pensioni a sei milioni di persone, oggi abbiamo saputo che è aumentata del 78% la richiesta di cassa integrazione a zero ore. Lo stesso Ministro del Tesoro ha detto che dopo le Europee aumenterà l’IVA o inizierà una stagione di tagli. E’ un Governo che ha fallito, i due vicepremier della condizione degli italiani se ne fregano”.

Per porre rimedio a questa situazione, spiega il segretario, non c’è che votare il Partito Democratico nella sua nuova formulazione. “La lista unitaria del PD è nata per questo – assicura – se vinciamo vanno a casa Salvini e Di Maio. Stiamo dimostrando di avere accolto l’appello che veniva dal popolo immenso del centrosinistra: basta litigi, combattiamo contro i veri avversari che stanno distruggendo questo Paese. Questo è un patrimonio di tutti, io ci ho messo l’anima e chiedo agli italiani – e a tutti gli elettori del centrosinistra – di premiare questo sforzo unitario. Stavolta non si scherza”. E a chi gli chiede se riuscirà nella scommessa di tenere tutti insieme, da Giuliano Pisapia a Carlo Calenda, da un’occhiata che non ha nulla da invidiare a quella che il fratello Luca rivolge ogni volta a Catarella.

Il Segretario approfitta della presenza in Sicilia per  tornare sul caso della professoressa di Palermo sospesa a causa delle slide in cui alcuni studenti accostavano le Leggi Razziali al Decreto Sicurezza voluto dal Ministro Salvini: “La professoressa ha fatto solo il suo dovere – attacca Zingaretti – e io la ringrazio come ringrazio i docenti che in tutta Italia si stanno mobilitando per il diritto alla critica e al pensiero libero nella scuola. Pensiamo a cosa può diventare questo Paese se si continua ad andare avanti così. Io mi auguro che proprio dalla Sicilia, da tutto il Mezzogiorno venga il segnale che gli elettori non sono polli d’allevamento, e che con i tweet non si governa”.

Piazza Manganelli applaude il segretario, la musica si alza per dare al bagnetto di folla la giusta atmosfera. Il PD in Sicilia e ai piedi dell’Etna non si dà per vinto, e  Zingaretti riaccende le speranze. Saranno le elezioni di domenica a dire quanto siano ben riposte. 

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