CATANIA – Sono passati 11 mesi dall’esplosione che il 20 marzo del 2018 distrusse la vita di tre persone – 2 vigili del fuoco e un anziano – avvenuta in via Garibaldi.
Sul caso ha indagato la Procura di Catania: si è cercato di capire cosa è accaduto con esattezza e soprattutto cosa ha causato la morte dei due pompieri Dario Ambiamonte e Giorgio Grammatico, e del 60enne Giuseppe Longo titolare della bottega di biciclette e che abitava nella palazzina di via Sacchero. La Procura ha anche verificato se c’è stato errore umano da parte del capo squadra Marcello Tavormina, come ipotizzato in un primo momento.
L’errore non c’è stato, fa sapere oggi la Procura: il capo squadra è stato prosciolto. L’ accuratissima e complessa indagine portata a termine in tempi serrati dai pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Catania, dott. Andrea Ursino e dott. Fabrizio Aliotta diretti dal Procuratore capo dott. Carmelo Zuccaro, in contraddittorio con tutto lo staff difensivo, ha permesso di escludere qualsiasi forma di responsabilità del Capo Squadra Tavormina in relazione all’espletamento delle attività operative necessarie alla risoluzione dell’intervento di soccorso e, in special modo, nella successiva esplosione di gas che causò la morte di due vigili del fuoco, il grave ferimento di un altro componente della squadra e dello stesso Capo Squadra, oltre al decesso della persona presente all’interno dell’abitazione.
La Procura della Repubblica di Catania ha pertanto disposto l’archiviazione del procedimento aperto nei confronti del Capo Squadra dei Vigili del Fuoco Marcello Tavormina.
Sulla vicenda è intervenuto il Conapo, sindacato dei vigili del fuoco:
“Siamo enormemente soddisfatti ma soprattutto siamo vicini al capo squadra dei vigili del fuoco di Catania, Marcello Tavormina il quale, oltre ad essere rimasto ferito nell’esplosione ed aver rischiato di morire, oltre ad aver perso due colleghi della squadra da lui guidata e a vederne un altro ferito, si è trovato a doversi difendere in sede penale con spese anticipate a proprio carico, pur avendo operato al meglio per salvare vite umane in una situazione disperata. L’archiviazione del Gip smentisce definitivamente le ingrate illazioni che avevano seguito l’esplosione e messo alla gogna mediatica i vigili del fuoco intervenuti e rende giustizia a questi servitori dello Stato a partire da coloro che sono morti”. Cosi Antonio Brizzi, segretario generale del Conapo, sindacato autonomo dei vigili del fuoco, ha commentato la notizia dell’ archiviazione da parte del Gip di Catania, procedimento per disastro colposo e omicidio plurimo colposo a carico di Marcello Tavormina.
“Ci complimentiamo per l’ ottimo lavoro svolto dall’avvocato Dalila Alati del foro di Catania, che – aggiunge il segretario generale del Conapo – sin da subito ha assunto la difesa del nostro iscritto Marcello Tavormina, ma non possiamo fare a meno di denunciare pubblicamente come un capo squadra dei vigili del fuoco sia stato lasciato solo dall’ amministrazione nel momento del bisogno, costringendolo a far fronte alle spese di difesa penale senza nessun aiuto economico da parte del dipartimento dei vigili del fuoco, mentre se fosse accaduto a un poliziotto, le loro norme prevedono un anticipo spese di 5 mila euro per garantire il diritto di difesa, cosa alla quale ha provveduto il nostri sindacato Conapo che lo scorso 6 dicembre aveva consegnato al Tavormina un assegno di 5 mila euro avendo stipulato una assicurazione per proteggere tutti gli iscritti da questi rischi.
“Faccio appello al ministro dell’ interno Salvini affinché il governo estenda anche ai vigili del fuoco le norme di tutela legale delle forze di polizia compresa la possibilità di ricevere dallo Stato, in questi casi, un anticipo delle spese legali che purtroppo, e spesso ingiustamente, i vigili del fuoco indagati per fatti di servizio si trovano a sostenere gravando sulle proprie famiglie aggiungendo al danno la beffa” ha concluso Brizzi.