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CATANIA – Ha convocato i suoi assessori il presidente della Regione Nello Musumeci questa mattina, presso la sede etnea della Regione, per una riunione di giunta per deliberare alcuni interventi per i Comuni colpiti dal terremoto del 6 ottobre: tra i primi impegni la questione scuole e la loro sicurezza.
Si è parlato anche delle zone alluvionate per stabilire come adoperare i 6 milioni di euro stanziati proprio dal governo regionale. E parlando di maltempo si è anche discusso delle responsabilità che – secondo Musumeci – sono anche da ricercare anche nei mancati interventi da parte del Genio Civile: «Nella gestione dell’Ufficio del Genio civile di Catania emergono ipotesi di grave negligenza e di mala amministrazione, soprattutto in relazione alle omesse azioni preventive per la sicurezza degli alvei dei corsi d’acqua. Ho disposto un’immediata attività ispettiva affinché entro le prossime 24 ore vengano accertate le responsabilità», ha detto Musumeci dopo che, nelle scorse settimane, il capo del Genio civile di Catania non aveva ritenuto di intervenire con somma urgenza per liberare da detriti e rifiuti gli alvei di fiumi e torrenti ricadenti nel territorio della provincia etnea.
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«Analoga indagine – aggiunge il governatore – ho disposto a carico dei vertici del Genio civile di Palermo, per le medesime circostanze, mentre voglio verificare la corretta attività di vigilanza esperita dal dirigente generale del Dipartimento regionale tecnico. Non è più tollerabile che, per dolo o per colpa di chi ricopre ruoli di alta responsabilità, debbano pagare sempre e solo i cittadini. Da adesso, alla Regione chi sbaglia paga!».
E stamattina, proprio il direttore del Genio Civile di Catania, l’ingegnere Gabriele Ragusa, ha rassegnato le dimissioni: “Restano in bilico, come ha detto lo stesso Musumeci stamattina nel corso della riunione di giunta, la sorte del dirigente del Genio civile di Palermo, Manlio Munafò, e dello stesso direttore generale del dipartimento regionale tecnico Salvatore Lizzio.
Lo stesso governatore ha inoltre disposto l’immediata sostituzione di Ragusa dalla carica di commissario del Parco dell’Etna, a seguito della vicenda, finita sulla stampa, per la ritardata autorizzazione alla Vodafone di registrare uno spot pubblicitario proprio del vulcano: «ci sarà un commissario per dieci giorni e poi nomineremo il nuovo presidente».
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